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A volte succcede. A volte Davide può avere la meglio su Golia e un cittadino può vedere riconosciute le proprie ragioni, anche se prima è dovuto passare da un contenzioso tributario. È quello che è accaduto a un contribuente che si è visto riconoscere dalla Commissione tributaria provinciale (Ctp) di Roma un dimezzamento della Tari perché lo smaltimento rifiuti davanti casa sua era «del tutto inidoneo e irregolare». Una vittoria ottenuta a seguito della pervicacia e della continuità con cui ha portato avanti la sua battaglia, ancor prima di rivolgersi ai giudici tributari (e pagare anche un contributo unificato e le spese di lite per ottenere una pronuncia). Ma veniamo ai fatti.

Prima le telefonate e le lettere di diffida 

A leggere il testo - seppur stringato della sentenza (6269/41/2018) - si può ricostruire tutta la vicenda. Già dal 2012 il diretto interessato aveva segnalato con telefonate e lettere di diffida accompagnate da fotografie di quanto avveniva (o non avveniva, dipende dai punti di vista) davanti alla sua abitazione. In particolare aveva fatto notare ai soggetti competenti (e verosimilmente , quindi, all’azienda municipalizzata del Comune di Roma competente in materia) di aver subito «un grave disservizio sia per la mancata raccolta dell’imondizia» sia «per la posizione con cui erano stati collocati i cassonetti nelle immediate vicinanze - come si evince dalle motivazioni del collegio giudicante - della propria abitazione e in dettaglio davanti alla propria finestra, creando un’inevitabile situazione di carenza igienico-ambientale».

Il ricorso presentato nel 2017 
Nel 2017 il contribuente sceglie la strada del contenzioso e nel presentare ricorso mette tra gli allegati tutte le fotografie scattate per dimostrare qual era la situazione davanti alla sua casa. Nell’impugnare l’invito al pagamento della Tari per il 2015, il diretto interessato chiede che gli venga riconosciuto il dimezzamento del 50% dell’importo dovuto.

Sì alla Tari dimezzata 

La Commissione tributaria di Roma dà ragione al ricorrente (la municipalizzata non si è costituita in giudizio). E, di fatto, riconosce il disservizio di cui è stato vittima e che consente, a detta dei giudici, «una riduzione della tariffa dovuta al 50%».

Un precedente che può far sperare. Anche se la vittoria maggiore potrebbe consistere nel fatto che, nel frattempo, il servizio di smaltimento rifiuti non sia più «del tutto non idoneo e irregolare».

Giovanni Parente - 07 giugno 2018 – tratto da sole24ore.com

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