Stampa

Dalle dichiarazioni per il 2016 risultano 1.148 società (+85% rispetto al 2015) che hanno utilizzato la patent box (cioè la possibilità di optare per un trattamento di favore dei redditi derivanti dall'utilizzo di brevetti industriali, marchi, opere di ingegno, processi e disegni industriali) per un ammontare di reddito detassato e plusvalenze esenti pari a 1,4 miliardi di euro (4,3 volte il valore del 2015).
Lo rende noto il Ministero dell'Economia e delle Finanze diffondendo le statistiche sulle dichiarazioni Ires e Irap dell'anno di imposta 2016 che includono anche i dati delle agevolazioni fiscali quali la patent box e il super-ammortamento.
L'incremento maggiore si riscontra nei settori "manifatturiero" (circa 4 volte il valore del 2015, passando da 173 milioni di euro a 690 milioni di euro) e "commercio all'ingrosso e al dettaglio" (15 volte il valore del 2015, passando da 18 milioni di euro a 272 milioni di euro). Il reddito detassato, proveniente dall'utilizzo diretto dei beni immateriali, ammonta a circa 1,3 miliardi di euro, di cui oltre 295 milioni di euro provenienti dalla quota agevolata relativa a periodi d'imposta compresi tra l'istanza di ruling e la data di sottoscrizione dell'accordo. L'ammontare dell'agevolazione è concentrato per il 70% nei settori "manifatturiero" (50%) e "commercio all'ingrosso e al dettaglio" (20%).
Il "super-ammortamento", che prevede la possibilità di dedurre una maggiore percentuale della quota di ammortamento e dei canoni di locazione finanziaria sugli investimenti in beni materiali strumentali nuovi, è stato invece fruito da 214.651 soggetti (il 18,4% del totale società) per un ammontare di 2 miliardi di euro. Circa il 54% dei fruitori si concentra nelle classi di ricavo comprese tra 200.000 euro e 2.500.000 euro. La maggiore incidenza nell'utilizzo dell'agevolazione si registra nelle seguenti regioni: Trentino Alto Adige (35,5%), Veneto (29,3%) e Valle d'Aosta (28,7%). In termini di ammontare, la maggiore deduzione è concentrata (76%) nei seguenti settori: manifatturiero (35,6%), noleggio, agenzie viaggio e servizi di supporto alle imprese (19,8%), commercio all'ingrosso e al dettaglio (11,2%) e servizi di informazione e comunicazione (9,5%).
Quanto all'Irap, l'imposta dichiarata per l'anno 2016 è stata pari a 22,7 miliardi (-2,4% rispetto al 2015), con un valore medio pari a 10.100 euro (+16,8% in confronto al 2015). La distribuzione territoriale sulla base del luogo in cui è svolta l'attività produttiva ha evidenziato che il 51% dell'imposta è prodotta al Nord e il 17% al Sud, in linea con l'andamento dell'anno precedente.
Per quanto riguarda l'anno d'imposta 2016, le deduzioni per lavoro dipendente sono pari a circa 390 miliardi (+4,1% rispetto al 2015) e sono utilizzate per l'88% dalle società di capitali.
Nel 2016 la base imponibile totale dell'Irap è risultata pari a circa 423 miliardi (-4,9% rispetto al 2015); se si considera invece la base imponibile dell'attività istituzionale della P.A., costituita dall'ammontare delle retribuzioni corrisposte (pari a 110,4 miliardi), si registra un valore pressoché stabile rispetto all'anno precedente (+0,3%).
Il numero dei soggetti che hanno presentato la dichiarazione Irap per l'anno d'imposta 2016 è pari a 3.961.299 (-8,6% rispetto al 2015). La contrazione ha interessato in misura prevalente le persone fisiche (-17,1% rispetto al 2015), sia a causa dell'estensione del regime forfetario che dell'esenzione dall'imposizione Irap del settore agricolo e della pesca, e le società di persone (-2,9% rispetto al 2015, calo in linea con quanto registrato l'anno precedente).
I soggetti che dichiarano un valore della produzione diverso da zero (al netto delle deduzioni del costo del lavoro) sono 3.389.516 (+1,1% rispetto all'anno precedente), per un ammontare complessivo di circa 362,3 miliardi (circa -10% rispetto al 2015). Occorre considerare che nel 2016 trova applicazione l'esenzione dall'imposta Irap per il settore agricolo e della pesca (con aliquota dell'1,9%). Il decremento del valore della produzione dichiarato riguarda in particolare le persone fisiche (-31%) e le società di persone (-16,9%).

17 gennaio 2019 – tratto da Italia Oggi

Altre notizie