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Dal 1° gennaio i monopattini elettrici sono liberi di circolare in strada, come se fossero biciclette ma con velocità limitata a 20 km/h. E senza patente. Lo prevede la legge di Bilancio (160/2019), al comma 75 dell’articolo 1, approvato dal Parlamento nonostante la contrarietà dei tecnici di due ministeri: Trasporti e Interno. Si teme un aumento dei rischi, soprattutto per la differenza di velocità con gli altri mezzi motorizzati.

Equiparazione piena
I guidatori di auto, moto e mezzi pesanti ora non hanno particolari attenuanti se investono un monopattino (fino al 31 dicembre l’investito aveva comunque una parte di colpa, per aver circolato dove proibito).

I due ministeri, che avevano preparato norme alternative più ragionate, hanno rinunciato a limitare la portata del comma 75 con una circolare che, per esempio, interpretasse l’equiparazione nel senso che valesse solo per le sanzioni (escludendo l’applicazione di quelle pesanti previste per i motorini, come accaduto a Torino in autunno).

Il comma 75 si limita a stabilire che «i monopattini che rientrano nei limiti di potenza e velocità definiti dal decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 4 giugno 2019... sono equiparati ai velocipedi».

Normativa ribaltata
Poche parole per ribaltare il concetto introdotto dalla legge di Bilancio di appena un anno fa (la 145/2018, articolo 1, comma 102). All’epoca c’era il divieto di utilizzo in aree pubbliche e si decise di iniziare - nei soli centri abitati - una sperimentazione con regole (precisate sei mesi dopo proprio dal Dm) che lasciano ai Comuni la facoltà di individuare su quali piste ciclabili, strade delle zone 30 km/h o aree pedonali consentire eventualmente la circolazione.

Ora, invece, i monopattini elettrici possono andare ovunque sia consentito alle bici, quindi su tutte le strade eccetto le autostrade, le extraurbane principali e le aree pedonali. Anche fuori dai centri abitati, nonostante la bassissima velocità legalmente raggiungibile. Spetta eventualmente all’ente proprietario vietarne la circolazione, esattamente come da sempre può fare con le bici (apponendo i segnali di divieto).

Con l’equiparazione alle bici, dovrebbe essere anche caduto l’obbligo per i minorenni di avere il patentino AM per ciclomotori. Tale obbligo era previsto dalle norma dello scorso anno sulla sperimentazione dei micromezzi elettrici.

Si può ritenere che l’equiparazione alle bici consenta di circolare anche in quelle tante aree pedonali in cui i Comuni consentono di pedalare (in assenza di segnaletica specifica, occorre invece scendere e condurre il mezzo a mano).

Il rischio maximulte
Ma su tutto questo sarebbe meglio se arrivasse una circolare del ministero dell’Interno a togliere ogni dubbio. Infatti, il 2 gennaio l’ufficio studi dell’Asaps (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale) ha pubblicato una dettagliata analisi dei punti oscuri della norma.

Tra le altre cose, l’Asaps fa notare che proprio l’emendamento alla legge di Bilancio potrebbe riportare sui monopattini elettrici lo spettro che si voleva allontanare: quello di equiparazione ai ciclomotori per gli esemplari che superino i limiti di velocità e potenza imposti dalle norme.

Quindi per questi monopattini ci vorrebbero casco, assicurazione, targa e patente. La somma delle sanzioni per queste mancanze può arrivare a 5mila euro.

L’Asaps sottolinea poi il problema-sicurezza: se finora la sperimentazione è stata messa in atto solo da una ventina di Comuni, un motivo ci sarà. Ed è il timore di prendersi la responsabilità di consentire la circolazione a micromezzi che rischiano di causare incidenti con lesioni a persone. Che cosa potrà accadere ora che la circolazione è liberalizzata?

Potenza e velocità limitate
Tutto ciò a condizione che il monopattino non superi i limiti fissati dal Dm: 500 Watt di potenza e 20 km/h di velocità. Dalla formulazione del comma 75 non è chiarissimo se nelle aree pedonali la velocità vada regolata sui 6 km/h come prevede il Dm.

L’equiparazione alle bici vale solo per i monopattini. Per gli altri micromezzi citati dal Dm (segway, hoverboard e monowheel) continua la sperimentazione nelle aree individuate dai Comuni. Per tutti è vietato circolare sui marciapiedi (pratica molto comune).

Maurizio Caprino - 02 gennaio 2020 – tratto da sole24ore.com

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