«I professionisti non devono lavorare gratis. Neanche per il Mef. Ci attiveremo immediatamente per far rispettare questo principio; troveremo lo strumento adatto per raggiungere lo scopo». È quanto affermato dal ministro dell'economia e delle finanze Roberto Gualtieri durante l'incontro con il presidente del Consiglio forense di Roma Antonino Galletti, andato in scena al dicastero di via XX Settembre. La tutela dei compensi professionali è stato uno degli argomenti al centro dell'incontro ed è stato affrontato a partire dalla contestazione di un bando emanato dal Mef nel marzo 2019, con cui venivano ricercati professionisti esperti che avrebbero agito come consulenti del ministero in materie quali il diritto bancario e i mercati finanziari senza che per gli stessi fosse prevista una qualsiasi forma di compenso.
«Senza giri di parole», afferma Antonino Galletti, «ho evidenziato al ministro l'assoluta necessità di rientrare nel perimetro della legalità, concretamente applicando la normativa sull'equo compenso e quindi eliminando quello che è il simbolo dello sfregio al diritto del professionista: il noto bando del Mef, impugnato dall'Ordine capitolino e ora all'esame del Consiglio di stato. Altrettanto diretta e franca», continua Galletti, «è stata la risposta del ministro, che ha affermato come trovi corretta la mia proposta e che ha già attivato gli uffici per trovare lo strumento adatto a raggiungere lo scopo». Oltre a trattare il tema dei compensi professionali, il presidente Galletti ha evidenziato al ministro un altro problema, ovvero la carenza di organico che attanaglia i tribunali e, in generale, la giustizia italiana. «Il ministro ha assicurato ogni sforzo per accelerare al massimo l'assunzione di 8.000 nuove unità e definire una volta per tutte lo scorrimento delle graduatorie degli idonei assistenti giudiziari, se del caso con ulteriori assunzioni straordinarie».
14 febbraio 2020 – tratto da Italia Oggi