Si apre oggi l’ultima settimana utile per rinnovare l’Isee delle famiglie che godono di prestazioni sociali agevolate, se non vogliono perdere il beneficio, almeno per il mese di gennaio. L’indicatore che fotografa la situazione reddituale e patrimoniale del nucleo - usato sempre più spesso come filtro per accedere a tariffe agevolate, sussidi e bonus di varia natura - scade infatti il 31 dicembre dell’anno di rilascio. Tutti coloro che hanno chiesto il calcolo dell’indicatore nel 2020, dunque, devono rinnovarlo. Per fare un esempio, 1,2 milioni di famiglie che percepiscono il Reddito o la pensione di cittadinanza, se non rinnovano l’Isee entro gennaio, perdono una mensilità del sussidio, che vale, in media, 532 euro.

Che i primi tre mesi dell’anno siano i più caldi nella corsa all’Isee, lo confermano anche i dati Inps: nel primo trimestre del 2020 sono state presentate ben 3,9 milioni di dichiarazioni sostitutive uniche (Dsu), la domanda che serve a ottenere l’Isee, pari al 41,2% di quelle trasmesse in tutto l’anno. In particolare a gennaio 2020 ne sono state registrate 2,1 milioni.

Il boom dell’Isee nel 2020

Il difficile anno che si è appena chiuso è stato da record anche per l’Isee: lo hanno chiesto 9,5 milioni di famiglie, con un aumento del 20% rispetto al 2019. In pratica, hanno attivato il calcolo dell’indicatore per accedere a prestazioni sociali agevolate o bonus 1,6 milioni di famiglie in più rispetto all’anno prima.

A spiegare questo balzo sono una serie di fattori. Innanzittutto, la maggiore richiesta di aiuti: le famiglie che hanno percepito almeno una mensilità di reddito o pensione di cittadinanza, nel 2020, sono state 1,58 milioni, in crescita del 42,6% rispetto al 2019, con una spesa mensile per lo Stato che supera i 600 milioni già da maggio 2020.

L’emergenza economica seguita alla pandemia e i numerosi bonus che sono stati introdotti per venire incontro alle difficoltà delle famiglie hanno sicuramente contribuito a spingere le domande di Isee, anche per nuclei non in condizione di povertà grave: sono oltre 600mila, ad esempio, le famiglie che hanno ottenuto il Reddito di emergenza (Rem), una misura alternativa al reddito di cittadinanza, erogata prima in due tranche mensili da 400 euro ciascuna (Dl «Rilancio», 34/2020) , poi con la chance di un’altra mensilità (Dl «Agosto», 104/2020) e infine di due ulteriori quote (Dl «Ristori» 137/2020). Per questo aiuto serviva un Isee sotto 15mila euro, più elevato dunque, della soglia di 9.360 euro prevista per il reddito di cittadinanza. Ha determinato un forte aumento delle domande di Isee anche il bonus vacanze, introdotto sempre dal decreto «Rilancio»: un contributo fino a 500 euro da spendere per soggiorni in strutture ricettive in Italia. Hanno potuto chiederlo dal 1° luglio al 31 dicembre 2020 (con la possibilità di usarlo fino al 30 giugno 2021) le famiglie con Isee fino a 40mila euro. I bonus vacanze “attivati” sono stati 1.885.802, per un valore di 829 milioni di euro, anche se quelli effettivamente usati finora sono stati 759mila.

La situazione economica delle famiglie

Se si guarda la distribuzione per disponibilità economiche delle famiglie che hanno inviato la Dsu, si scopre che nel 2020 l’aumento delle domande di Isee ordinari e per minori è spostato soprattutto sulle fasce più alte. Su oltre un milione in più di nuclei “misurati”, circa 390mila hanno conseguito un Isee oltre i 25mila euro. Ma crescono anche le fasce centrali, con 435mila nuclei tra i 10 e i 25mila euro. E quelle più basse: sono quasi 244mila in più, rispetto all’anno prima, i nuclei con Isee sotto 10mila euro.

In ogni caso, al netto dell’effetto generato da alcune misure introdotte nel 2020 con soglie più elevate rispetto a quelle solitamente scelte per le prestazioni sociali (come, appunto, il bonus vacanze), la fascia più popolata resta quella sotto i 3mila euro di Isee, dove si concentra il 15% dei nuclei. E complessivamente il 45% degli Isee elaborati resta sotto i 7.500 euro.

Inoltre, il grande aumento degli indicatori per minori sopra 10mila euro è dovuto al fatto che per il bonus nido nel 2020 è stata introdotta una differenziazione del beneficio per fasce di Isee (prima non prevista). Il bonus bebé è stato reso universale, destinandolo a tutti i nuovi nati, ma filtrato sempre tramite tre livelli di Isee.

Modalità fai-da-te in crescita

Il 3 febbraio 2020, infine, ha segnato il debutto dell’Isee precompilato: come accade con il modello 730 per le dichiarazioni dei redditi, il cittadino può presentare - anche in autonomia - la dichiarazione Dsu, accedendo tramite Spid al sito Inps. La Dsu viene compilata attraverso i dati autodichiarati dal cittadino (come la giacenza media dei conti correnti attivi) e altri già in possesso di agenzia delle Entrate e Inps (il canone d’affitto della casa di abitazione, i patrimoni mobiliari e immobiliari, i redditi Irpef, i trattamenti erogati dall’Inps esenti da tassazione). Il cittadino (o un intermediario) possono completarla o modificarla e trasmetterla. Le Dsu precompilate hanno già raggiunto quota 840.450, pari all’8,8% del totale. Tanto che l’invio diretto da parte dei cittadini, possibile in modalità manuale anche prima, è così balzato dal 4% delle Dsu trasmesse nel 2019 al 12,5% di quelle inviate nel 2020.

M.Finizio/V. Melis - 27 gennaio 2021 – tratto da sole24ore.com

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