Spetterà all’Inps la regia dell’operazione “assegno unico temporaneo”, quanto meno per i prossimi sei mesi 2021. All’istituto, infatti, andrà presentata la domanda per il nuovo assegno ponte, destinato a 1,8 milioni di famiglie oggi escluse dagli assegni al nucleo familiare (Anf): entro il 30 giugno verranno chiarite con una circolare le modalità tecniche.

Inoltre, come ogni anno andrà presentata l’istanza per il rinnovo degli Anf che oggi raggiungono 3,7 milioni di beneficiari con figli minori, tra dipendenti privati e pubblici. Dal 2019 è direttamente il lavoratore in via telematica a presentarla e, in questo caso, dovrà dichiarare i redditi percepiti nel 2020. Non è stata accolta la richiesta, avanzata da alcuni Caf e patronati, di poter procedere in automatico per i prossimi sei mesi, con una sorta di proroga degli Anf in vigore per il 2020/2021, per evitare di dover gestire un doppio flusso di istanze, e applicando solamente le maggiorazioni sugli importi introdotte con il Dl 79/21.

Per l’assegno ponte si potrà fare domanda entro fine settembre, con la possibilità di richiedere gli arretrati dal mese di luglio. Mentre chi presenterà domanda successivamente inizierà a fruire dell’assegno solo a partire da quel mese. Gli importi verranno erogati direttamente da Inps sull’Iban indicato nella domanda.

Per mettere a punto una procedura snella in questi giorni si è intensificato il confronto con i patronati. Saranno loro nei prossimi mesi a poter affiancare i richiedenti che non riescono a presentare la domanda in autonomia tramite Spid sul portale Inps.

Servirà essere in possesso dell’Isee 2021 in corso di validità e - come accade per il reddito di emergenza - sarà un mix di autodichiarazioni del richiedente a completare la procedura, che comunque verrà sottoposta alla prova dei mezzi grazie all’incrocio delle banche dati a disposizione dell’istituto.

L’Isee può essere elaborato tramite procedura precompilata online sul portale Inps oppure presso i Caf, che ad oggi già segnalano un incremento del 20% delle Dsu inviate rispetto all’anno scorso. A loro il decreto legge ha destinato 30 milioni di euro, proprio per far fronte alle pratiche aggiuntive.

All’Inps, infine, spetterà anche il compito di monitoraggio dell’operazione, in costante aggiornamento con il ministero dell’Economia. A quadrare, infatti, dovranno essere i numeri decritti nella relazione tecnica al Dl 79/21: da un lato sono stati stanziati 1.580 milioni di euro per finanziare l’assegno ponte; dall’altra 1.390 milioni di euro per maggiorare gli Anf. Attualmente, però, questi ultimi non vengono richiesti da tutti i potenziali aventi diritto, probabilmente per l’esiguità degli importi oltre una certa soglia di reddito. E le maggiorazioni potrebbero ampliare la platea.

L’attenzione sarà massima: su queste cifre si dovrà calibrare la riforma al via dal 2022, disponendo di una fotografia puntuale - tra Isee e reddito lordo dichiarato - di coloro che avranno diritto al nuovo assegno unico e universale.

Michela Finizio - 17 giugno 2021 – tratto da sole24ore.com

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