Per integrare il proprio assegno pensionistico sarebbe più conveniente riscattare gli anni di laurea, in forma light, oppure aderire a una forma di previdenza complementare? Per godere dei benefici maggiori, l’ideale sarebbe seguire entrambe le strade. Una soluzione che però non è per tutte le tasche, pur considerando la possibilità di rateizzare il corrispettivo del riscatto della laurea (in massimo 10 anni) e il vantaggio della deducibilità fiscale. Per fare un esempio pratico, il costo annuale per riscattare la laurea in forma agevolata ammonta oggi a 5.264,49 euro, corrispondente a 438,71 euro al mese. Ipotizzando di dover riscattare 5 anni di laurea e di rateizzare il pagamento in 10 anni, il costo mensile sarebbe di 219,36 euro.
A questi andrebbero poi aggiunti i contributi volontari al fondo pensione integrativo, che variano da fondo a fondo. Per il Cometa (fondo della categoria metalmeccanici), il minimo contributivo è dell’1,2%, che su uno stipendio lordo di 20mila euro corrisponderebbe a 20 euro al mese (35 euro considerando invece uno stipendio lordo annuo di 35 mila euro). Insomma, tra riscatto light e previdenza complementare, la rata mensile oscillerebbe da un minimo di 239,36 euro rateizzato in 10 anni (stipendio lordo annuale di 20mila euro, pari all’incirca a un netto mensile di 1.170 euro) a un massimo di 473,71 euro per cinque anni (senza rateizzazione e per uno stipendio annuale lordo di 35mila euro, pari a un netto mensile di circa 1.950 euro).

Gabriele Petrucciani - 2 luglio 2021 – tratto da Corriere.it

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