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Sarà un decreto a rendere obbligatorio il green pass per entrare in tutti i luoghi dove possono crearsi affollamenti. Oggi, dopo aver analizzato i dati del monitoraggio settimanale sull’andamento della curva epidemiologica, il governo metterà a punto le linee del provvedimento da discutere nella cabina di regia che sarà convocata martedì prossimo. All’interno della maggioranza la discussione è aperta sulla lista delle attività dove sarà indispensabile avere la certificazione per dimostrare di essere vaccinati, oppure essere guariti, oppure avere un tampone negativo nelle 48 ore precedenti. Ma la scelta è fatta e sarà operativa entro la fine di luglio, più probabilmente già la prossima settimana. A preoccupare è la risalita dei contagi — ieri 2.455 i nuovi casi, solo 9 decessi — ma soprattutto il tasso di positività tornato a 1,3% a causa della variante Delta. In attesa dei nuovi parametri per la classificazione delle aree a rischio alcune Regioni — la Sicilia ha già provveduto — decidono di blindarsi con ordinanze che impongono tamponi a chi arriva dall’estero. Una situazione che rende pressoché scontata la proroga dello stato di emergenza, in scadenza al 31 luglio, per almeno due o tre mesi.

La maggioranza divisa

«Guardiamo con preoccupazione a quello che accade nel Regno Unito e in Spagna, per questo bisogna accelerare», ripete nelle riunioni ristrette il ministro della Salute Roberto Speranza che trova l’appoggio della collega degli Affari Regionali Mariastella Gelmini. Il leader della Lega Matteo Salvini continua frenare: «Ne parleremo se e quando ce ne sarà la necessità. Adesso chiediamo attenzione e rispetto delle regole, però non possiamo terrorizzare la gente prima del tempo. Quindi se ce ne sarà la necessità, vedremo se investire in sicurezza». I parlamentari del Movimento 5 Stelle chiedono invece di considerarlo «la soluzione solo in caso di un sensibile aumento dei contagi, allo scopo di evitare una nuova stagione di chiusure e restrizioni», ma ritengono «imprescindibile introdurre anche la gratuità dei tamponi». A fare la sintesi delle diverse posizioni sarà il presidente del Consiglio Mario Draghi, poi il consiglio dei ministri approverà il decreto.

Stadi e concerti

Ovunque ci sia un affollamento il green pass sarà obbligatorio. E ciò renderà possibile far entrare un maggior numero di personenegli stadi, ai concerti, nelle sale degli spettacoli addirittura raggiungendo la capienza del 100 per cento. Indispensabile anche per partecipare a eventi pubblici e convegni.
Confermato per i banchetti che seguono le cerimonie civili o religiose. In questo caso i controlli non possono essere affidati, almeno per il momento, ai gestori dei locali ma sono possibili verifiche da parte delle forze dell’ordine e per chi non dimostrerà di essere in regola scatterà la contravvenzione.

I trasporti

Bisognerà avere la certificazione per viaggiare sui treni a lunga percorrenza e in aereo, anche se sono dotati del sistema di areazione verticale, mentre non è prevista la stessa misura per il trasporto pubblico. Se non sarà trovata una soluzione su autobus e metropolitane rimarranno dunque le attuali regole e la capienza dovrà essere limitata, per garantire il distanziamento di almeno un metro tra i passeggeri.

Ristoranti al chiuso

Sarà il confronto all’interno della cabina di regia del governo a sciogliere il nodo sull’obbligo di green pass per i ristoranti al chiuso. Sembra però evidente che, di fronte a una risalita di contagi tali da far rischiare le chiusure previste per le zone arancioni o rosse, si sceglierà di far entrare in vigore la regola proprio per garantire alle attività di continuare a lavorare.

Tamponi e quarantena

L’obbligo di quarantena di 5 giorni per chi arriva dall’estero — Spagna e Portogallo in particolare — sarà valutato nei prossimi giorni esaminando la curva epidemiologica di quei Paesi. In Sicilia il governatore Nello Musumeci ha già firmato un’ordinanza che rende il tampone «obbligatorio per chi arriva da Spagna e Portogallo e a coloro che nei 14 giorni precedenti vi hanno soggiornato o transitato». Una decisione che potrebbe essere presa da altri presidenti di Regione.

M.Guerzoni/F.Sarzanini - 16 luglio 2021 – tratto da corriere.it

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