Il Covid presenta il conto delle «quarantene» dei lavoratori dipendenti privati: 4,2 mld di euro. Che peserà sulle casse aziendali per il 60% (euro 2,5 mld), salvo il forfait di euro 185 mln (4% del totale), solo ai datori di lavoro con dipendenti senza diritto alla tutela di malattia dell'Inps. Un tesoretto che le aziende, fino a giovedì, tenevano iscritto in bilancio alla voce «crediti» e ora devono cancellare. È quanto emerge dalla relazione tecnica al dl n. 146/2021, c.d. Decreto Fiscale, che abroga la norma del decreto Cura Italia, che voleva che i costi delle quarantene equiparate alla malattia fossero sostenuti interamente dallo Stato.

La tutela della malattia.

Il dipendente che si ammala ha diritto ad assentarsi dal lavoro, senza perdere la retribuzione. In via ordinaria, il datore di lavoro sostiene il costo dei primi tre giorni di malattia (c.d. giorni di carenza), mentre dal 4° al 20° divide l'indennità dovuta al lavoratore con l'Inps (pagando per questo ogni mese un contributo) e dal 21° al 180° giorno paga il 33% dell'indennità (il 67% lo paga l'Inps). Questo sistema vale per i lavoratori assicurati all'Inps per la malattia. Ma ci sono lavoratori/settori (impiegati, quadri, etc.) esclusi dalla tutela: per questi, l'intero costo della malattia lo sostiene il datore di lavoro.

Quarantena come malattia.

Il primo provvedimento anti-pandemia, il cd decreto Cura Italia (dl n. 18/2020), si preoccupò di dare una disciplina alle «quarantene», cioè ai periodi d'isolamento per contagio Covid e che, fino allora, erano sconosciute. Ciò per rispondere alla domanda: quale tutela va riconosciuta al lavoratore costretto a restare a casa e a non lavorare durante la quarantena? Il decreto stabilì due cose: 1) l'equiparazione della quarantena alla malattia; 2) che il costo l'avrebbe sostenuto tutto lo Stato. Questo solo per l'anno 2020. Poi la legge Bilancio 2021 ha prorogato le tutele, ma non a tutti i lavoratori e, peraltro, senza nuove risorse, tanto da spingere l'Inps a dire che sulle quarantene del 2021 i lavoratori non avrebbero più avuto diritto all'indennità di malattia. Il decreto Fiscale modifica queste previsioni rimaste tali fino a giovedì: conferma l'equiparazione a malattia della quarantena fino al 31 dicembre 2021, ma abroga la previsione del costo a carico dello Stato.

Le nuove norme.

I lavoratori assicurati all'Inps, per i giorni di quarantena, hanno diritto all'indennità ordinaria di malattia: i primi tre giorni pagati dall'azienda e i rimanenti pagati al 50% da azienda e Inps (tutto comunque anticipato dal datore di lavoro in busta pagata).

Anche i lavoratori non assicurati all'Inps, per i giorni di quarantena dal 31 gennaio 2020 al 31 dicembre 2021, hanno diritto all'indennità ordinaria di malattia: tutta pagata dall'azienda. Qui il decreto Fiscale ha introdotto, però, una novità: un rimborso forfait a favore delle aziende di 600 euro a lavoratore. Ed è l'unico, effettivo «contributo» a favore delle aziende.

I problemi delle aziende.

In tabella è indicato il costo totale delle quarantene degli anni 2020 e 2021 sulla base dei dati della relazione tecnica al decreto Fiscale. Si considera una durata media di 14 giorni, una paga media di 80 euro per i lavoratori assicurati all'Inps e di 140 euro per quelli non assicurati. Nel calcolo del costo aziendale si considerano gli altri oneri accessori (contributi Inps, etc.) in una percentuale media del 36%. Il costo generale delle quarantene è di 4.232.356.000 euro, per il 60% a carico delle aziende e per il 40% dall'Inps che, a differenza delle aziende, riceve fondi specifici dallo Stato. Ciò vuol dire che, alla fine dei due anni di Covid, il sistema azienda avrà finanziato le quarantene con 2.542.756.000 di euro, al netto dell'unico effettivo contributo erogato dallo stato, tramite l'Inps, di 185.300.000 euro (ossia il forfait 600 euro a lavoratore a favore dei datori di lavoro senza tutela dell'Inps).

Un tesoretto che le aziende, fino a giovedì, lo tenevano iscritto in bilancio alla voce «crediti da incassare» e che ora dovranno cancellare.

Daniele Cirioli - 23 ottobre 2021 – tratto da Italia Oggi

Altre notizie