La zavorra della pace fiscale pesa sul calendario di contribuenti e intermediari, che già di suo prevede un fine mese carico di impegni. Ci sono, infatti, i “classici” termini per il versamento degli acconti e la trasmissione telematica delle dichiarazioni Redditi e Irap. Un pacchetto di 62 scadenze da giovedì 25 novembre (quando ci sarà l’appuntamento con l’invio degli Intrastat) fino a martedì 30 novembre.

I timori dei contribuenti

La principale preoccupazione per chi è in debito con il Fisco (e non solo) è la concentrazione delle rate da recuperare per la rottamazione ter e il saldo e stralcio delle cartelle.
Nonostante il pressing di tutti i partiti politici a sostegno delle richieste dei rappresentanti di imprese, professionisti e cittadini, la possibilità di una diluizione dei versamenti della pace fiscale tra fine 2021 e i primi mesi del 2022 sembra difficile da centrare. Spostare, infatti, 8 rate della rottamazione ter e 4 del saldo e stralcio al prossimo anno richiede, infatti, risorse finanziarie, che non sono disponibili per il decreto fisco lavoro collegato alla manovra.

La possibilità di mini-proroga

Lo spazio minimo di intervento è un mini differimento al 31 dicembre delle rate in scadenza. Operazione non certo risolutiva, perché basta saltare solo uno degli appuntamenti o versare un importo non sufficiente per decadere dalle due definizioni agevolate.
Il problema principale è la pressione finanziaria derivante dai versamenti da effettuare. Basti pensare che oltre il 77% delle scadenze riguarda versamenti.
Il grosso è rappresentato dagli acconti d’imposta, ma tra l’altro c’è anche il pagamento in unica soluzione dell’imposta di bollo relativa alle fatture elettroniche emesse nel terzo trimestre.

M.Mobili/G.Parente - 25 novembre 2021 – tratto da sole24ore.com

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