Via libera dell'Europa alla direttiva sul salario minimo. "La presidenza del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sul progetto di direttiva sui salari minimi adeguati nell'Ue", ha annunciato il Consiglio Europeo in una nota. "La nuova legge, una volta adottata definitivamente, promuoverà l'adeguatezza dei salari minimi legali e contribuirà così a raggiungere condizioni di lavoro e di vita dignitose per i dipendenti europei". Come precisato nella nota, "gli Stati membri sono tenuti a mettere in atto un quadro procedurale per fissare e aggiornare i salari minimi secondo una serie di criteri chiari". L'intesa dovrà ora essere approvata in via definitiva sia dal Parlamento che dal Consiglio Ue.

La direttiva europea sul salario minimo "non definirà ciò che deve fare l'Italia ma definirà il quadro dentro il quale l'Italia si potrà muovere e spingerà di più verso interventi che salvaguardino i livelli di salario più bassi e verso una disciplina organica", ha commentato il ministro del Lavoro Andrea Orlando. "Se è un assist a chi vorrebbe il salario minimo in Italia? E' un assist per i lavoratori", risponde Orlando.

"Nei nostri orientamenti politici abbiamo promesso una legge per garantire salari minimi equi nell'Ue. Con l'accordo politico di oggi sulla nostra proposta su salari minimi adeguati, portiamo a termine il nostro compito. Le nuove regole tuteleranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro paghi". Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, accogliendo l'accordo politico raggiunto nella notte sul salario minimo.

Ma vediamo cosa è stato deciso in sede comunitaria. "Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno convenuto che gli aggiornamenti dei salari minimi legali avverranno almeno ogni due anni (o al massimo ogni quattro anni per quei Paesi che utilizzano un meccanismo di indicizzazione automatica). Le parti sociali dovranno essere coinvolte nelle procedure di definizione e aggiornamento dei salari minimi legali".
La direttiva, precisa ancora la nota, "mira a estendere la copertura dei lavoratori attraverso la contrattazione collettiva" tanto che "laddove il tasso di copertura della contrattazione collettiva sia inferiore a una soglia dell'80% gli Stati membri dovrebbero definire un piano d'azione per promuovere la contrattazione collettiva".


"Una tappa importante per l'Europa sociale". Così la presidenza di turno francese dell'Ue ha commentato l'intesa raggiunta sul salario minimo. "Nel pieno rispetto delle diversità nazionali - si legge in un tweet - il provvedimento favorirà dei salari minimi adeguati nell'Ue e lo sviluppo della contrattazione collettiva".

"Non imporremo un salario minimo all'Italia, non è questo il punto". Lo dice il commissario Ue al Lavoro, Nicolas Schmit, in conferenza stampa dopo l'accordo politico sul salario minimo raggiunto nella notte tra le istituzioni europee. "Sono molto fiducioso che alla fine il governo italiano e le parti sociali raggiungeranno un buon accordo per rafforzare la contrattazione collettiva, soprattutto per coloro che non sono ben tutelati, e alla fine arriveranno alla conclusione che potrebbe essere importante introdurre il sistema salariale minimo in Italia. Ma spetta al governo italiano e alle parti sociali farlo", sottolinea.

“L’accordo sulla direttiva UE per il salario minimo è una buona notizia. Sono favorevole a questa comune regola europea, e lo sono da molto tempo, perché i poveri sono cresciuti ma purtroppo sono cresciuti anche i poveri che lavorano. Una volta si pensava che i poveri fossero solo i disoccupati, adesso lavorare ed essere poveri è veramente un paradosso intollerabile, quindi quella del salario minimo è una buona notizia. Speriamo che siano chiari anche i particolari perché non so cosa voglia dire ‘senza obbligo per legge’ di cui leggo sui giornali". Così il presidente del Cnel ed ex ministro del lavoro, Tiziano Treu. "“La direttiva dà due possibilità: o stabilire un salario minimo per legge come fanno già molti Paesi ma non l’Italia, o per i Paesi che non vogliono un intervento legislativo come da noi, si devono rafforzare i contratti collettivi nazionali, prevedendo salari giusti. Ora in Italia ci sono contratti ‘cosiddetti pirata’ che non danno nessuna garanzia. Addirittura alcuni lavoratori di settori deboli non sono coperti da contratti e quindi hanno un salario di 4-5 euro all’ora: una vera vergogna!”, ha aggiunto.     “C’è comunque una spinta nella direzione di adottare il salario minimo, anche da parte dei sindacati. Credo che sia un atto di civiltà. Non è possibile vedere persone che lavorano con una paga da fame. La Germania, ad esempio, ha appena alzato il salario minimo orario a 12 euro, la Francia ha fatto una cosa simile e noi non possiamo rimanere senza. Se non si ritiene che la legge vada bene, si può dare forza ai contratti conclusi dalle parti maggiormente rappresentative, affinché si applichino a tutti. Questa è la strada per noi migliore”, ha concluso il presidente Treu.

07 giugno 2022 – tratto da Italia Oggi

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