Governo al lavoro sul documento che stabilisce annualmente la quota di cittadini extra-Ue da ammettere per lavori subordinati e autonomi. Aumentati i settori di destinazione

Quasi 83mila posti di lavoro su tutto il territorio nazionale, in settori economici diversificati e in aumento rispetto al passato. Il governo è al lavoro sul cosiddetto "decreto flussi", documento col quale annualmente si stabiliscono le quote massime di cittadini extra-Ue da ammettere sul territorio italiano per occupazioni subordinate, anche stagionali, e nel lavoro autonomo. In attesa della delibera ufficiale, assicurata dal ministro degli Interni per il periodo successivo alle festività, l'odierno consiglio de ministri ha preso atto dell'informativa svolta sull'argomento dal sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano.

Come comunicano fonti di palazzo Chigi, il provvedimento (che si riferisce all'anno 2022) valorizza i contenuti del testo unico dell'immigrazione, in particolare nella parte in cui al datore di lavoro intenzionato ad assumere un cittadino non comunitario si chiede di verificare - presso il centro per l'impiego competente - l'indisponibilità per quel ruolo da parte di un cittadino presente sul territorio nazionale. Le modalità di questa procedura sono contenute in un'apposita nota operativa predisposta dall'Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (Anpal).

Al riguardo, la stessa Anpal ha comunicato che a breve renderà disponibile un modello di richiesta di personale al Centro per l'impiego da parte del datore di lavoro, al fine di garantire un'applicazione uniforme della norma su tutto il territorio nazionale. Il dato interessante è poi quello riferito ai posti di lavoro resi disponibili secondo l'informativa sul decreto flussi: la quota complessiva stabilita - comunicano fonti del governo - è pari a 82.705 unità. Sono inoltre stati aumentati i settori economici di destinazione dei lavoratori.

Il governo, particolarmente sensibile sul tema immigrazione e sul rispetto delle norme che consentono un'adeguata integrazione degli stranieri, ha fatto sapere che alcune quote sono state riservate ai lavoratori di Paesi con i quali entreranno in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria. Altri posti spetteranno invece ai lavoratori che abbiano completato programmi di formazione nei Paesi di origine e alle richieste presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro che assumono l'impegno a sovraintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori.

Marco Leardi - 21 dicembre 2022 – tratto da Ilgiornale.it

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