Stampa

L’attività di contrasto dell’evasione e l’elusione contributiva dell’Inps si rafforza e punta ancor più a fondo sulla nuova vigilanza documentale e l’utilizzo massiccio delle potenti banche dati che permettono controlli ex ante sul comportamento delle imprese.
La nuova azione di accertamento, fondamentalmente basata sul monitoraggio delle denunce mensili relative ai lavoratori dipendenti denominato Uniemens ma anche su altri flussi di dati amministrativi incrociati con quelli di altri data base centrali (soprattutto delle Entrate e ministero del Lavoro) è in corso da alcuni anni. Ma è negli ultimi tempi che la “macchina dell’accertamento” è arrivata a regime, ha spiegato ieri il presidente dell’Inps, Tito Boeri, presentando l’attività in corso, in particolare, sugli sgravi triennali per le assunzioni a tempo indeterminato e con la procedura Casco (controllo automatizzato sgravi e conguagli).
«Abbiamo investito sulla vigilanza documentale - ha spiegato Boeri - incrociamo i dati delle nostre banche dati con quelli dell’agenzia delle Entrate e del ministero del Lavoro, perché vogliamo intervenire ex ante, prima che si verifichino comportamenti omissivi. Vogliamo fare un’operazione di deterrenza». In riferimento alle verifiche sugli sgravi triennali sui contratti, la direttrice Inps delle Entrate, Gabriella Di Michele, ha spiegato che sono emersi circa 60.000 aziende e 100.000 lavoratori che hanno usufruito indebitamente dello sgravio. Il risultato atteso per il triennio (per le assunzioni fatte nel 2015) è di 100 milioni di recupero di contributi oltre a 500 milioni di maggior gettito futuro, dato che le aziende dal momento del controllo non usufruiranno più dello sgravio e dovranno pagare la contribuzione intera.
Con la procedura Casco, invece, Inps punta a intercettare le aziende che riducono il debito contributivo gonfiando le somme a credito per anticipazioni fatte ai dipendenti per assegno al nucleo familiare, malattia, maternità, permessi legge 104. L’analisi sui flussi dati mette a confronto aziende che operano nei medesimi comparti e in aree geografiche omogenee. Dalle frequenze più ricorrenti emergono i profili più a rischio evasione che consentono di intervenire con un programma di compliance e tutoraggio sugli errori formali e di recuperare della contribuzione non versata. L’Inps stima che nel biennio 2014-2016 potrebbero essere recuperati anche 400 milioni di prestazioni erogate indebitamente (soprattutto indennità di disoccupazione) a circa 50mila persone sulla base di rapporti di lavoro “fittizi”, ha spiegato Gabriella Di Michele. Nel 2014-15, ha aggiunto, sono state identificate 700 aziende fittizie con 30mila “finti” lavoratori. Nel 2016 si prevede di identificare 500 aziende con 20mila falsi lavoratori. La lotta al lavoro fittizio con il monitoarggio dei disallineamenti dei dati sui dipendenti (tra Inps e ministero del Lavoro) consente di definire vere e proprie “black list” con le aziende coinvolte in truffe ricorrenti. L’azione della vigilanza documentale è concentrata anche sull’uso dei voucher, un fronte sul quale verranno annunciati nuovi risultati di accertamento tra una settimana.
«Inps assolve a questo sforzo facendo i conti con risorse umane sempre in calo» ha segnalato Boeri. L’Istituto a fine 2015 contava su 28.850 dipendenti contro i 31.800 del 2013: per il blocco del turn over perde circa 100 dipendenti al mese e si trova oggi con meno personale di quanto ne aveva prima dell’incorporazione di Inpdap ed Enpals.

Davide Colombo - 10 maggio 2016 - tratto da sole24ore.com

Altre notizie