In tempi di inflazione negativa e tassi a zero a muoversi è solo (o quasi) il potere d’aquisto delle famiglie, mentre gli investimenti continuano a viaggiare sulla stessa linea di fine 2015. Il nuovo comunicato Istat congiunto suoi conti trimestrali delle famiglie, delle società e della Pubblica amministrazione ci dice che l’aumento del reddito disponibile nei primi tre mesi dell’anno (+0,8%) non s’è tradotto in maggiori consumi ma in un aumento della propensione al risparmio (+0,8% ora pari all’8,8%). Guardando alle serie storiche si ha l’impressione che quest’ultima resti su livelli piuttosto elevati nonostante i bonus fiscali in circolazione da oltre un anno. Investimenti piatti con tassi a zero e più risparmio in circolazione significano una sola cosa: i canali di trasmissione dei finanziamenti alle imprese (che vogliono investire) restano deboli e probabilmente resta debole il conto economico di troppe società non finanziarie, visto che la loro quota di profitti si muove di un decimale appena rispetto ai primi 90 giorni del 2015.

16 luglio 2016 – tratto da sole24ore.com

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