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L’opzione numero uno per rafforzare le pensioni più basse resta quella di un’estensione della platea di chi oggi prende la cosiddetta “quattordicesima” Inps. Ma ieri è arrivata anche la notizia che il “Cantiere sociale” della legge di Bilancio 2017 potrebbe portare un rafforzamento della dote per il piano anti-povertà, vale a dire il «Sostegno per l’inclusione attiva» lanciato l’anno scorso e per il quale sono appena scattati i termini per presentare le domande ai comuni. «Per incrementare il Cantiere sociale, nella prossima legge di Stabilità - ha detto il premier, Matteo Renzi - provvederemo ad una misura di equità sulle pensioni minime e metteremo nuove risorse sul contrasto alla povertà».

La dichiarazione è contenuta in un’intervista al settimanale Vita Non Profit in uscita il 9 settembre nella quale Renzi spiega che «l’ottica che ispira tutta l’azione di Governo, a maggior ragione dopo il terremoto, è quella di fare di tutto per aumentare il capitale sociale e il grado di coesione delle comunità nel nostro Paese». Il fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale è rivolto prioritariamente alle famiglie povere con minori a carico: l’obiettivo è quello di garantire un sostegno al reddito ad un milione di poveri, di cui circa 500mila minori. Il finanziamento attuale è di 600 milioni, previsto dalla scorsa legge di Stabilità. A quanto ammonterà questa dote aggiuntiva contro la povertà si dovrebbe sapere il 12 settembre o al più tardi il 21, le due date che restano per chiudere i giri di tavolo tecnico-politici con i sindacati sul “pacchetto previdenza”.

Sulle pensioni minime, come si diceva, l’ipotesi che continua ad essere indicata come più probabile è quella di un’estensione della platea di pensionati che attualmente prende la 14esima (il nome vero è in realtà “somma aggiuntiva”, è pagata a luglio e al momento, secondo dati Inps, è erogata a circa 2,2 milioni di pensionati con un reddito personale complessivo non superiore ai 750 euro, cioè 1,5 volte la minima). L’operazione potrebbe consistere nell’aumento a 2 volte il minimo del limite di reddito per incassare l’assegno extra. Il reddito del quale si tiene conto è quello comprensivo di tutti i redditi assoggettabili all’Irpef, nonché i redditi esenti da imposte e quelli soggetti a ritenuta alla fonte esclusa la casa di abitazione e non è quindi solo quello pensionistico.

Estendendo il limite di reddito a circa 1.000 euro al mese otterrebbero il beneficio, secondo elaborazioni della Uil su dati Inps, altri 1,15 milioni di pensionati.

Nel complesso le risorse da stanziare per le misure previdenziali dovrebbero aggirarsi sui 2 miliardi, con 5-600 milioni destinati al finanziamento dell’Ape, l’anticipo pensionistico sostenuto da un finanziamento bancario assicurato rimborsabile (per chi lo richiede volontariamente) con un rateo ventennale.

Davide Colombo - 6 settembre 2016 – tratto da sole24ore.com

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