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La proroga dell’ultima ora e a tempo scaduto dei versamenti delle imposte sui redditi rischia di generare più danni che benefici. Questo perché la versione ufficiale del decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 169 del 21 luglio 2017, sembra restringere la proroga al 20 luglio 2017, o dal 21 luglio al 21 agosto con lo 0,40% in più, solo per il «versamento delle imposte sui redditi» dovute dai titolari di reddito d'impresa.

Se così fosse, oltre ad essere esclusi dalla proroga i professionisti e i contribuenti non titolari di reddito d'impresa, non beneficerebbero di alcun differimento gli altri «versamenti derivanti dalla dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2016 e il versamento del primo acconto» (così era stato annunciato nel comunicato – legge del 20 luglio 2017). Insomma, sarebbero esclusi dalla proroga tutti gli altri versamenti risultanti dalla dichiarazione dei redditi, quali, ad esempio, quelli per la cedolare secca, per l’Ivie, per l’Ivafe, per i contributi previdenziali Inps sul reddito eccedente il cosiddetto minimo di reddito, o per il diritto annuale dovuto dalle imprese iscritte o annotate nel Registro delle imprese. A maggior ragione, sarebbero esclusi dalla proroga anche i versamenti Irap a saldo 2016 e primo acconto 2017, così come il saldo Iva 2016, per i contribuenti titolari di reddito d’impresa che hanno spostato il pagamento del saldo con i versamenti «risultanti dalla dichiarazione dei redditi».

Considerate le incertezze sui limiti della proroga, l’agenzia delle Entrate dovrà chiarire se la proroga per i titolari di reddito d’impresa spetta anche, come specificato nel comunicato del Mef del 20 luglio 2017, ai «soci a cui è attribuito ilreddito della società partecipata ai sensi degli articoli 5, 115 e 116 del testo unico delle imposte sui redditi». È evidente che la proroga, anche se in contrasto con il comunicato – legge, venisse limitata solo ai versamenti delle imposte sui redditi e solo per i titolari di reddito d’impresa, si creerebbe un’ulteriore confusione sui versamenti che dovrebbe fare lo stesso contribuente, titolare di reddito d'impresa. 

Per essere chiari, lo stesso contribuente, titolare di reddito d'impresa, dovrebbe rispettare:

- le vecchie scadenze del 30 giugno, o dal 1° luglio al 31 luglio 2017 con lo 0,40% in più, per pagare l'Irap, i contributi previdenziali e le altre imposte diverse dalle imposte sui redditi;

- le nuove scadenze, 20 luglio 2017, o dal 21 luglio al 21 agosto con lo 0,40% in più, per pagare le imposte sui redditi, Irpef, Ires e relative addizionali.

Naturalmente, lo stesso contribuente, titolare di reddito d’impresa, che paga le imposte in modo rateale, dovrebbe anche rispettare due piani di rateazione, uno per versare le imposte sui redditi e l’altro per versare le altre imposte e i contributi previdenziali. Se così fosse, forse sarebbe meglio per tutti che si cancellasse il decreto di proroga che rischia di creare tantissima confusione e pochi benefici.

Tonino Morina - 23 luglio 2017 – tratto da sole24ore.com

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