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Mentre il ministero sta predisponendo, come anticipato da ItaliaOggi in edicola, il dpcm per la proroga al 16 ottobre, sullo spesometro arriva anche il monito del garante della Privacy. In una lettera al presidente del consiglio Paolo Gentiloni, il Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, osserva che "il recente incidente occorso alla piattaforma telematica gestita da Sogei, in cui sono conservati i dati fiscali di milioni di cittadini ha mostrato con paradigmatica evidenza quanto rilevanti possano essere i rischi derivanti dalla gestione dei sistemi informativi, laddove la stessa non sia costantemente accompagnata da un'adeguata attenzione agli aspetti di sicurezza e protezione dei dati personali. Gli accertamenti ispettivi dell'Autorita' su questo specifico incidente, con l'obiettivo di individuare cause, responsabilita' e impatto sui contribuenti, sono tuttora in corso. Ma quello che fin d'ora emerge in questa vicenda (e che e', purtroppo, elemento comune alle diverse attivita' di verifica dell'Autorita') e' che, in un tempo caratterizzato dalla ineludibile necessita' di ricorrere sempre piu' allo scambio telematico dei dati e all'interconnessione delle banche dati pubbliche, mancano spesso un'adeguata consapevolezza e competenze idonee a far fronte all'incremento dei rischi per i diritti e le liberta' delle persone coinvolte". Per Soro "questo fenomeno, unito alla velocita' che accompagna l'innovazione tecnologica, rappresenta un elemento di grande vulnerabilita', che rischia di minare alla base non solo la fiducia dei cittadini e delle imprese nelle nuove opportunita' derivanti dal processo di trasformazione digitale dell'amministrazione, ma anche la credibilita' stessa del Governo nella sua opera di attuazione dell'Agenda digitale".
All'incremento di tali rischi, per il granate "dovrebbe infatti corrispondere una costante attenzione nella gestione dei sistemi informativi e un crescente impegno nella scrupolosa osservanza degli obblighi di sicurezza e di qualita' dei dati, di cui i soggetti pubblici devono necessariamente farsi carico".
In questo quadro, "il rispetto dei principi di riservatezza e integrita', fissati dalla disciplina sulla protezione dei dati mediante idonee misure tecniche e organizzative - continua nella sua riflessione - rappresenta per le pubbliche amministrazioni non soltanto un obbligo (la cui omissione e' sanzionata in alcuni casi anche penalmente) ma anche e soprattutto un fattore strategico di responsabilita', competitività e sicurezza". A decorrere dal maggio prossimo, inoltre, continua la lettera, "le amministrazioni dovranno adeguarsi agli standard di sicurezza previsti dal Regolamento generale per la protezione dei dati personali, basato, tra l'altro, sull'accresciuta responsabilizzazione dei titolari del trattamento e sull'idea della prevenzione del rischio e della protezione dei dati a partire dalla stessa configurazione dei sistemi".
In vista di questo obiettivo e alla luce delle richiamate preoccupazioni, prosegue Soro, "appare inderogabile una forte iniziativa, da parte delle diverse istituzioni coinvolte nei processi decisionali relativi all'innovazione tecnologica del Paese, per una verifica puntuale dello stato di sicurezza delle banche dati pubbliche e dei processi in corso di attuazione dell'Agenda digitale".
"Nel condividere l'impegno del Governo per la trasformazione digitale della pubblica amministrazione, ritengo quindi doveroso sottolineare l'urgenza che tale processo avvenga in piena armonia con i principi fondamentali sulla protezione dei dati personali, ponendo rimedio alle carenze che spesso abbiamo avuto modo di riscontrare e segnalare in varie sedi". E conclude: "Soltanto attraverso un forte investimento nella materia di protezione dei dati, infatti, sara' possibile garantire che tali trasformazioni si svolgano nel pieno rispetto dei diritti dei cittadini e senza esporre in alcun modo a pregiudizio la stessa sicurezza del Paese".

I commercialisti: surreale clima incertezza. "Portale dell'Agenzia delle Entrate a tratti bloccato, farraginoso e di fatto inutilizzabile quando si supera la soglia di un centinaio di clienti e fornitori. File scartati senza che il sistema ne comunichi agli intermediari la motivazione, campi dati non adattabili ai clienti e/o fornitori esteri. Sono alcuni dei perduranti problemi legati allo Spesometro": lo segnala il Consiglio nazionale dei commercialisti, a meno di due giorni dalla scadenza dell'adempimento, fissata al 5 ottobre.
"Ancora oggi - spiegano i due delegati alla fiscalita' del Consiglio nazionale della categoria, Gilberto Gelosa e Maurizio Postal - riceviamo dai colleghi di tutta Italia segnalazioni di difficolta' tecniche riscontrate con il sito delle Entrate. E' evidente come, a meno di due giorni ormai dalla scadenza dei termini per l'adempimento, la situazione, dopo il caos dei giorni scorsi, sia tutt'altro che ritornata alla normalita'. I nostri colleghi - denunciano Gelosa e Postal - lavorano da oltre un mese a questo adempimento in un quadro surreale di incertezza e frustrazione". "Con l'approssimarsi della scadenza del 5 ottobre - proseguono i due rappresentanti dei commercialisti - e' estremamente probabile che si vada verso un ingorgo del sistema.
Proprio in questa prospettiva, appare ogni minuto piu' incredibile che non sia ancora arrivata una parola chiara e definitiva da parte dell'esecutivo. Ribadiamo quello che chiediamo ininterrottamente da giorni: immediata comunicazione di una proroga lunga dei termini, sospensione delle sanzioni, possibilita' di correzione di errori o ritardi. Dopodiche' - concludono Gelosa e Postal - questa vicenda, per come e' stata gestita, per il caos che ha generato a tutti i livelli, per i costi indotti sul sistema economico probabilmente superiori al gettito che generera' per lo Stato, deve imporre una riflessione seria e oggettiva sull'istituto dello spesometro che, a nostro avviso, non puo' che essere completamente rivalutato e ripensato, anche a livello politico".

03 ottobre 2017 – tratto da Italia Oggi

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