Il calo demografico incide sulle assunzioni. E' quanto indica un brief realizzato da Cdp, in cui emerge che lo scorso anno il 41% delle assunzioni totali ha incontrato difficolta di reperimento dei candidati. Si tratta sia di figure ad elevata specializzazione, sia di profili meno qualificati. “Le dinamiche demografiche - spiega il documento -rappresentano una delle principali sfide per il futuro del mercato del lavoro italiano, che già oggi opera con tassi di occupazione e di attività ai massimi storici (rispettivamente al 60,8% e al 66,1% a fine 2022), per effetto sia dell`accelerazione della domanda nelle costruzioni e dell`impulso dato dal Pnrr, sia della fuoriuscita dei baby boomer”. In particolare, le difficoltà di reperimento, sotto il profilo della specializzazione, sono il prodotto del ridimensionamento delle classi di giovani in ingresso sul mercato del lavoro, che limita il rinnovo delle competenze; nel secondo, del pensionamento di lavoratori a Bassa scolarizzazione non sostituibili con forza lavoro giovanile mediamente più qualificata. Il mismatch tra domanda e offerta si inserisce in un contesto in cui la percentuale di residenti in età lavorativa che non partecipa al mercato del lavoro è la più alta nella UE (35,5%),così come la quota di giovani tra i 15 e 29 anni che né studia né lavora (23,2%). Quest`ultimo valore supera di 10 punti percentuali la media europea ed è ben maggiore del target del 9%fissato per il 2030."In prospettiva - prosegue il documento -, la combinazione di dinamiche demografiche e di un maggiore livello medio d’istruzione determinerà, quindi, un cambiamento nella composizione della forza lavoro con il quale il sistema produttivo dovrà necessariamente fare i conti”. In particolare, secondo proiezioni Cdp, al 2030 potrebbero osservarsi: una contrazione tra 2 e 2,4 milioni di lavoratori a più bassa qualifica, soprattutto tra i 35 e i 54 anni e in modo maggiore nel Mezzogiorno e nel Nord-Ovest; una crescita per i lavoratori più qualificati tra 1,1 e 1,6 milioni di unità, soprattutto per gli over 50 e nel Nord Italia. Si profilano dunque due grandi sfide per il mercato del lavoroitaliano. In primo luogo, sarà necessario soddisfare l`ingente fabbisogno di lavoratori meno qualificati. L`esperienza internazionale suggerisce due principali opzioni di policy nel breve-medio periodo, quali il ricorso all`automazione e/o politiche capaci di rafforzare l`offerta di manodopera nei settori maggiormente labour intensive (agricoltura, edilizia, turismo e servizi domestico-familiari), anche attraverso sistemi ad hoc per l`integrazione e la formazione dei nuovi residenti. In secondo luogo, sarà importante allineare le competenze dei profili ad alta scolarizzazione alle esigenze di imprese e istituzioni. In questo caso la leva della formazione si conferma la misura suggerita quanto ai lavoratori over 50, mentre per la fascia dei giovani sarà importante l`orientamento verso le professionalità richieste dal mercato, in particolare nelle discipline Stem.

23 giugno 2023 – tratto da Italia Oggi

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