Giovani della Generazione Z con poca speranza nel futuro, in Italia. Il Consiglio Nazionale dei Giovani e l’Agenzia Italiana per la Gioventù hanno reso pubblico il rapporto “Giovani 2024: Bilancio di una Generazione”, che offre uno sguardo dettagliato sulla situazione giovanile in Italia. Lo studio mette in evidenza le sfide principali e le opportunità che i giovani italiani affrontano attualmente, oltre a fornire spunti per le politiche future. Il rapporto rivela dati allarmanti riguardanti la demografia, l’istruzione e l’occupazione, mettendo in luce la diminuzione della popolazione giovanile, il fenomeno della fuga di cervelli, la precarietà lavorativa e le disuguaglianze territoriali e di genere. Nonostante ciò, il rapporto non si limita a delineare solo problemi, ma cerca anche di indicare soluzioni basate sull’innovazione, l’inclusione e la sostenibilità.

L’Italia ha perso in 20 anni oltre un quinto dei giovani

L’Italia si confronta con una sfida demografica di vasta portata, evidenziata da un calo significativo nella sua popolazione giovane. Negli ultimi due decenni, abbiamo assistito a una riduzione di quasi 3,5 milioni di giovani under 35, con un tasso di decremento di circa il 21%. Questo fenomeno ha colpito particolarmente il segmento femminile, con una diminuzione di quasi il 23% contro il quasi 20% maschile. Un confronto che a livello europeo pone l'Italia in una posizione allarmante: siamo gli ultimi per incidenza di giovani, ben sotto la media dell'Unione Europea.

Salari sempre più bassi e divario tra Nord e Sud sempre più ampio


Il rapporto sottolinea anche le basse retribuzioni che vengono offerte nel settore privato ai giovani. Nel corso del 2022, la retribuzione lorda media annua dei giovani dipendenti del settore privato (15-34 anni) si è fermata a 15.616 euro, rispetto ai 22.839 euro complessivamente rilevati nel settore. Questa disparità retributiva si manifesta anche nei diversi tipi di contratto: i giovani con contratti stabili percepiscono in media 20.431 euro, mentre coloro con contratti a termine e stagionali guadagnano rispettivamente 9.038 euro e 6.433 euro.

Al contrario nel settore pubblico, i giovani lavoratori (15-34 anni) hanno raggiunto una retribuzione lorda media annua di 23.253 euro nel 2022, che rappresenta una volta e mezza quella del settore privato. A questo si aggiunge l'aggravarsi dell'inflazione che rispetto al 2018 ha eroso il potere d’acquisto, con una variazione negativa delle retribuzioni reali pari al -1,7% nel privato e al -7,5% nel pubblico. Le preoccupazioni legate all’ingresso nel mondo del lavoro dominano il panorama giovanile, con la paura di precarietà e sotto-retribuzione che si sommano ai timori di ricatti, molestie o vessazioni sul posto di lavoro, indicati dal 17,5% dei giovani.

Aumenta il divario che divide nettamente il nostro Paese con il Sud che registra tassi di disoccupazione giovanile notevolmente superiori rispetto al Nord, e dove il salario medio annuo dei giovani lavoratori è esponenzialmente più basso. Questa separazione non soltanto si riflette sulla capacità di accedere a opportunità di lavoro stabili e retribuzioni adeguate, ma influenza negativamente la qualità della vita e le aspettative future.

Non si arresta la fuga dei cervelli

La fuga di cervelli rappresenta un problema sempre più grave, con un aumento significativo dei laureati che scelgono di emigrare, registrando un aumento del 281% rispetto al 2011. Questo fenomeno è accompagnato da una crescente instabilità nel mercato del lavoro, con il 41% degli under 35 coinvolto nel precariato, creando così una condizione di incertezza, specialmente tra i giovani.

La situazione politica e sociale


Dal punto di vista politico e sociale, il rapporto rivela una diminuzione della popolazione giovanile, con conseguenti ripercussioni sull’elettorato giovane e sulla rappresentanza politica. Le istituzioni sono percepite come inefficaci nel rispondere alle esigenze dei giovani, generando così una forte sensazione di alienazione.

Qualche nota positiva: la formazione


Non è però tutto negativo, ad esempio uno spiraglio di luce viene visto nel percorso formativo che viene valutato positivamente dalla maggior parte delle ragazze e dei ragazzi, con un apprezzamento particolare per le opportunità offerte da programmi europei come l’Erasmus+. Tuttavia, la realizzazione personale e professionale rimane ostacolata da barriere significative, tra cui l’instabilità occupazionale e l’accesso limitato all’abitazione, che impediscono una piena transizione verso l’indipendenza e la vita adulta.

"I dati emersi nel rapporto di ricerca – ha commentato Federica Celestini Campanari, Commissario straordinario dell'Agenzia Italiana per la Gioventù – fanno emergere una realtà difficile, in cui i problemi che i giovani italiani vivono ormai da più di un decennio risultano certamente aggravati dalla pandemia, dalla guerra e dalle recenti crisi economiche. Tuttavia, possiamo cogliere dei segnali positivi: l'attenzione per il tema della natalità e della famiglia, non scontati in una Nazione che sta vivendo quello che gli esperti chiamano "inverno demografico".

“Viviamo un’epoca contrassegnata da cambiamenti rapidi e spesso imprevedibili", ha commentato Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani. "Questo Rapporto mette in luce le problematiche con cui i giovani si confrontano quotidianamente ed è per questo uno strumento utile per orientare le nostre scelte. La riduzione demografica, l’instabilità lavorativa, le difficoltà reddituali, le disuguaglianze territoriali e di genere, il calo della loro rappresentanza nei contesti istituzionali, delineano uno scenario complesso che richiede un intervento strutturato. Eppure, contemporaneamente, l’indagine evidenzia una capacità di resilienza notevole tra i giovani, una fiducia verso l’Europa e un desiderio profondo di contribuire attivamente al cambiamento sociale ed economico del nostro Paese. Il ruolo di ciascuno di noi è cruciale nell’interpretare queste voci, nel
tradurre le preoccupazioni e le speranze in azioni concrete e nel realizzare strumenti che possano valorizzare e supportare i ragazzi e le ragazze in ogni ambito della loro vita. Negli ultimi 5 anni, sono, infatti, calati i salari reali, in particolare le retribuzioni per i giovani del settore privato sono scese a medie sempre più basse, toccando i 9.546 euro annui per gli under 24. La centralità di un lavoro stabile per costruire una vita autonoma, risulta ancora oggi la maggiore richiesta giovanile (65,7%), con una percentuale sempre più alta tra le ragazze. La sfida che ci attende è impegnativa. È necessario un impegno collettivo per promuovere l’istruzione di qualità, l’inserimento lavorativo, l’equità sociale e di genere, e per rafforzare la rappresentanza giovanile a tutti i livelli decisionali. Sono azioni che devono andare di pari passo con l’intensificazione degli sforzi per contrastare ogni forma di discriminazione e di esclusione economica e sociale, per garantire a tutti l’accesso alle opportunità, alla salute e al benessere, preservandone i diritti e ascoltandone le voci. Allo stesso modo, occorre rafforzare la comprensione delle loro difficoltà soprattutto alla luce che per tre giovani su quattro gli adulti comprendano “poco” o “per niente” le loro paure e loro fragilità. È per questo che ci impegniamo a garantire che le esigenze di questa generazione e le loro istanze siano ascoltate in tutte le sedi in cui si discute e si decide del loro futuro, per far si che le loro difficoltà diventino priorità per il nostro Paese”.

10 aprile 2024 - tratto da Italia Oggi

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