Il livello di attenzione era, è e sarà sempre massimo. Nonostante la fine della stagione su vasta scala di cessione del credito e sconto in fattura, l’amministrazione finanziaria punta ancora a tenere strettamente monitorato l’utilizzo dei tax credit derivanti da agevolazioni edilizie. Una mappatura compiuta in sinergia da agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza che solo in relazione al 2023 ha portato complessivamente ad agire in anticipo su 5,4 miliardi di euro tra blocchi (2,2 miliardi) e scarti (3,2 miliardi), come emerge dal bilancio dell’attività dello scorso anno presentato dal direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini.

Analisi e verifica preventiva

Una strada tracciata anche per il prossimo futuro, perché l’obiettivo è fermare l’utilizzo indebito di crediti edilizi ritenuti a rischio frode prima che vengano “monetizzati” ossia spesi in compensazione e quindi risultino più difficilmente recuperabili per le casse dell’Erario. Per questo il nuovo piano integrato di attività e organizzazione (Piao) delle Entrate mette in cantiere una crescita nel triennio del valore delle comunicazioni di cessione e sconto in fattura analizzate e verificate preventivamente rispetto al valore complessivo di quelle trasmesse nell’anno (a tal proposito va ricordato che il termine di invio telematico di quelle relative al 2023 è stato appena prorogato dal 16 marzo al 4 aprile). Si parte dall’82% del 2024, per poi salire all’85% nel 2025 e all’87% nel 2026. Quindi la chiara intenzione è quello di arrivare a una copertura quasi in “tempo reale” rispetto alla trasmissione, per cercare di intercettare sul nascere anomalie e mettere quindi in uno stato di stand by la compensazione di quei crediti. Per farlo si puntano anche a incrementare i filtri in grado di individuare che ci sono fattori di pericolosità: gli indicatori di rischio, infatti, passeranno dai 9 del 2024 ai 15 del 2026.

Controlli in tre fasi

Attualmente la procedura di controllo preventivo è strutturata in tre passaggi.

  • All’arrivo nella piattaforma informatica delle comunicazioni inviate dai contribuenti vengono svolti i controlli di coerenza interna e completezza dei dati presenti.
  • Poi, entro 5 giorni dall’arrivo delle comunicazioni, scattano le verifiche preventive basate su indicatori di rischio predefiniti: verifiche in base alle quali sono individuate e sospese per 30 giorni le comunicazioni che presentano profili di anomalia.
  • Il terzo passaggio è la verifica puntuale delle comunicazioni sospese, con eventuale annullamento di quelle rispetto alle quali vengono confermati i profili di anomalia.

Proprio su quest’ultimo aspetto si era soffermata anche la convenzione tra Entrate e ministero dell’Economia dello scorso agosto, che per il triennio 2023-3025 aveva fissato in 3,6 miliardi di euro complessivi l’obiettivo di conferma della validità delle potenziali irregolarità individuate già all’atto della sospensione temporanea.  Detto in altri termini, significa fare in modo di sospendere subito quei crediti di cui poi viene ribadita la pericolosità.

A questo si aggiungono le ulteriori misure restrittive introdotte dall’ultima manovra (legge 213/2023). Dal 1° luglio sarà sbarrata la strada all’utilizzo dei crediti fiscali, e quindi anche dei bonus edilizi, per chi ha debiti iscritti a ruolo non pagati oltre la soglia di 100mila euro. E sempre dalla stessa data scatterà l’obbligo generalizzato di passare dai canali telematici dell’agenzia delle Entrate, non potendo più quindi percorrere la strada dell’home banking o degli altri canali bancari.

G.Latour/G.Parente - 29 febbraio 2024 – tratto da sole24ore.com

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