Battuta d’arresto per gli interpelli. Ad aprile 2024 il numero di risposte fornite dall’Agenzia delle entrate è stato circa un terzo di quelle fornite nei primi quattro mesi del 2023. Quest’anno le Entrate hanno pubblicato 98 interpelli rispetto ai 308 dell’anno scorso. Inoltre con la riforma fiscale gli interpelli diventano a pagamento, ma si attende il decreto del ministero dell’economia e delle finanze che dovrà definire il costo per chiedere chiarimenti al Fisco. Invece per quanto riguarda gli altri documenti emessi dall’Agenzia, circolari e risoluzioni, i numeri si equivalgono: 8 circolari contro le 10 del 2023 e 21 risoluzioni contro le 18 dell’anno scorso.

I numeri a confronto 

Mentre i numeri di circolari e risoluzioni sono ad oggi rimasti costanti nel 2023 e nel 2024, sono gli interpelli ad aver subito una brusca frenata. Le risposte pubblicate da gennaio ad aprile 2024 sono state il 68% in meno rispetto a quelle presentate nello stesso periodo dell’anno scorso. Da segnalare che il 2023 è stato l’anno record per gli interpelli che nei dodici mesi hanno raggiunto quota 487. L’Agenzia delle entrate ha invece pubblicato otto circolari, due in più rispetto all’anno precedente e 21 risoluzioni, tre in più rispetto al 2023. Proprio sulle circolari è atteso un atto di indirizzo del viceministro all’economia Maurizio Leo.

Le novità della riforma fiscale

Il calo del numero degli interpelli è legato alle modifiche che la legge delega (legge n. 111/2023) ha fatto allo Statuto del contribuente con il dlgs n. 219/ 2023.

L’interpello è una questione fiscale che il contribuente rivolge all’Amministrazione finanziaria chiedendo un chiarimento riguardante fattispecie concrete e personali. Il contribuente può ad esempio interpellare l’Ade sull’applicazione delle disposizioni tributarie, quando ci sono condizioni di incertezza sulla loro corretta interpretazione oppure anche sulla corretta qualificazione di fattispecie alla luce delle disposizioni tributarie ad esse applicabili. Ma dall’entrata in vigore della riforma gli interpelli dovranno sottostare alle obiettive condizioni di incertezza, cioè quando l’Amministrazione finanziaria non ha già fornito la soluzione a fattispecie corrispondenti «mediante documenti di prassi o risoluzioni». Su questo punto una novità in attesa di attuazione è la consultazione semplificata. Per le persone fisiche e i contribuenti di minori dimensioni la possibilità di interpellare l’Agenzia è subordinata alla consultazione preventiva di un’apposita banca dati della prassi (un sistema di intelligenza artificiale) che consentirà la soluzione al quesito interpretativo ma che, a oggi, non è stata ancora istituita.

Il dlgs sullo Statuto del contribuente ha rivisto anche le tipologie degli interpelli che ad oggi sono sei: a) interpretativo, b) qualificatorio, c) antiabuso, d) disapplicativo, e) probatorio e un'ultima categoria, quello proponibile da persone fisiche che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia e optano per l'imposta sostitutiva sui redditi prodotti all'estero. Di queste tipologie di istanze una grande novità riguarda la disciplina dell’interpello probatorio che ora può essere proposto unicamente dai soggetti che aderiscono al regime dell’adempimento collaborativo e dai contribuenti abilitati alla proposizione dell’interpello nuovi investimenti.

Inoltre, l’interpello diventa a pagamento. La presentazione dell’istanza è subordinata al versamento di un contributo la cui misura e le cui modalità di pagamento dovranno essere individuate con decreto del Mef, ad oggi non ancora adottato. Il costo terrà conto: della tipologia del contribuente, del suo volume d’affari o di ricavi e della complessità del quesito.

Maria Mantero - 27 aprile 2024 -tratto da Italia Oggi

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