Oltre un miliardo di euro sequestrati per reati fiscali dalla Guardia di finanza nei primi mesi del 2018. E nel settore della fiscalità internazionale i casi di evasione (tra 2017 e primi cinque mesi del 2018) sono stati già 2.120. Non solo, mille soggetti passati ai raggi X dalle Fiamme gialle hanno meritato la patente di grandi evasori fiscali avendo sottratto alle casse dello stato 2 miliardi e 300 mln di euro. Sono questi alcuni dei dati forniti ieri durante la cerimonia del 244° anniversario della fondazione della Guardia di finanza.

«Credo di poter affermare, senza timori di smentite, che siamo sulla strada giusta», ha affermato il comandante generale della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi. «Gli eccezionali risultati conseguiti, anche quest'anno, in tutti i settori di intervento operativi, rappresentano il banco di prova più attendibile di un modello organizzativo che fonde un efficiente assetto militare con un'elevata preparazione culturale e professionale».

Toschi ha poi ribadito il concetto del cambia verso anche nei rapporti tra Gdf e contribuenti sottoposti alle verifiche fiscali: «Il Corpo intende sostenere convintamente il cambiamento nei rapporti tra amministrazione finanziaria e contribuenti. Un nuovo approccio basato sulla semplificazione fiscale, sulla buona fede e sulla cooperazione tra le parti».

Il ministro dell'economia, Giovanni Tria, ha voluto ricordare come «dal contrasto all'evasione e all'illegalità possono derivare maggiori risorse per ridurre la pressione fiscale ancora troppo elevata». E ha ulteriormente sottolineato che un nuovo impulso al contrasto all'evasione arriverà dallo scambio di informazioni tra amministrazioni fiscali: «Da settembre 2018 saranno più di 100 le giurisdizioni, incluse le principali piazze finanziarie, che scambieranno su base automatica le informazioni sui conti finanziari detenuti da soggetti non residenti, in linea con lo standard internazionale, il Common Reporting Standard».

Tornando ai numeri snocciolati dalla Gdf sui primi cinque mesi del 2018 (senza avere come riferimento gli stessi valori dell'anno precedente), nella categoria grandi evasori non rientrano solo quelli che si avvalgono delle fatture false ma anche frodi carosello, crediti Iva fittizi e indebite compensazioni. In questa rete sono state cadute 3.188 società cartiere o fantasma. Circa i grandi evasori, la Guardia di finanza riporta i due casi che hanno visto coinvolti Amazon e Facebook. «Nel settore dell'economia digitale», si legge nella nota, si è «in un primo caso, ipotizzato l'esistenza in Italia di una stabile organizzazione “occulta” di un'entità non residente, dotata di autonomia decisionale, con particolare riferimento alla definizione degli accordi contrattuali con i clienti». All'esito dell'indagine sono stati attribuiti alla stabile organizzazione occulta ricavi netti relativi, in particolare, alla attività di rivendita per oltre 85 milioni di euro, con una corrispondente imposta evasa pari a circa 23,5 milioni di euro. Sono state poi determinate ritenute non operate e non versate dalla stabile organizzazione occulta sulle royalties corrisposte alla casa madre estera per 35,5 milioni di euro, nonché un'imposta evasa in materia di imposte dirette pari a circa 23,5 milioni di euro.

Su Facebook sono state scoperte anomalie «sulla reale natura dell'attività svolta in Italia da parte dei dipendenti di una società appartenente ad una multinazionale leader mondiale dei social network, tali da far ipotizzare l'esistenza in Italia di una stabile organizzazione personale di due distinte entità estere formalmente allocate in Irlanda e Stati Uniti d'America. L'attività ispettiva e investigativa si è conclusa con la segnalazione all'Agenzia delle entrate di proposte di recupero a tassazione, ai fini delle imposte dirette, di ricavi netti pari a circa 21 milioni di euro, oltre a 54 milioni di ritenute non effettuate e non versate.

Cristina Bartelli - 21 giugno 2018 – tratto da Italia Oggi

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