Lo scorso anno l'occupazione italiana è diminuita di circa 500mila unità. E i lavoratori stranieri? Hanno invece registrato 22mila occupati in più (rispetto al 2012), sfiorando, complessivamente, quota 2,4 milioni di persone impiegate (di cui 14,4 milioni cittadini Ue).
La crisi comunque si è fatta sentire: sempre nel 2013 sono quasi 500mila gli stranieri in cerca di occupazione (di cui ben 346mila extracomunitari), ben 110mila unità in più solo negli ultimi 12 mesi, e con un tasso di disoccupazione che è salito al 17,3% superando quindi di quasi sei punti il dato relativo agli italiani. In crescita anche la popolazione straniera inattiva: nel 2013 ha superato gli 1,2 milioni (+77mila persone tra il 2012 e il 2013), interessando, prevalentemente, la componente extra Ue (+52mila inattivi) per la combinazione di tre effetti: i ricongiungimenti familiari, l'aumento degli stranieri di "seconda generazione" e le quote di ingresso non programmate (i cosiddetti "richiedenti protezione internazionale").

Il ministero del Lavoro, assieme a Inps, Inail, Unioncamere e ItaliaLavoro, ha presentato ieri a Roma l'annuale rapporto sullo stato occupazionale degli immigrati. Negli ultimi sette anni (dal 2007 al 2013) gli occupati italiani sono diminuiti di 1,6 milioni, a fronte di un incremento della manodopera straniera di ben 853mila unità. Numeri in controtendenza, e che si accentuano nel nostro Paese. Il tasso di occupazione degli stranieri, al netto degli effetti della crisi, rimane infatti più elevato rispetto al dato italiano (58,1% contro 55,3%). A differenza, invece, di quanto accade in Francia (55,3% contro 64,8%), nel Regno Unito (67,2% contro 71,1%), ma anche in Germania (60,7% contro 74,8%) e in Spagna (53,2% contro 55,2%).

L'incidenza, oggi, degli immigrati nel mercato del lavoro italiano è salita al 10,5%, e si concentra essenzialmente nelle costruzioni (19,7%), in agricoltura (13,6%) e aumenta «in modo rilevante» nei «Servizi di cura», settore in cui l'80% del totale della forza lavoro occupata è "non italiana". La manodopera straniera si conferma soprattutto di «età giovanile» e dedita a lavori «non qualificati» (vale a dire mansioni «esecutive e manuali»). Ma ci sono anche 385.179 giovani stranieri under29 privi di occupazione e fuori dai sistemi di istruzione (rappresentano il 15,8% del totale «Neet»), con una netta prevalenza femminile (66%). E c'è preoccupazione anche per il sommerso «che ha bisogno di una mappatura - ha sottolineato il sottosegretario Franca Biondelli -. Qui infatti non parliamo di clandestini. Ma di persone immigrate da tempo e con famiglia che perdono un impiego e per rimanere in Italia si occupano in nero».

Dal rapporto del ministero del Lavoro spicca inoltre come una quota significativa di stranieri abbia beneficiato dei sussidi: 212.806 l'indennità di disoccupazione, 69.460 lavoratori hanno utilizzato la cassa integrazione, 17.618 la mobilità. Decisamente meno significativa (in pratica come per gli italiani) la partecipazione alle politiche attive, che ha coinvolto appena 296mila immigrati. Ma fa riflettere come ben 285mila stranieri disoccupati non siano mai entrati in contatto con un centro per l'impiego.

Claudio Tucci - 30 luglio 2014 - Tratto da sole24ore.com

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