Le missive sul nuovo redditometro sono un mezzo flop. In moltissimi casi non evidenziano affatto scostamenti fra redditi dichiarati e spese sostenute e tenore di vita del contribuente, ma veri e propri errori nella selezione delle posizioni da accertare. Tanto per fare qualche esempio concreto sono giunte missive a soggetti con redditi che beneficiano di deduzioni forfettarie, quali gli autotrasportatori e i distributori di carburanti, oppure a soggetti che risultano beneficiari di somme a seguito di successione ereditaria o che possono tranquillamente giustificare un certo livello di spese e investimenti grazie ai redditi elevati dei propri congiunti e familiari.

In situazioni come quelle sopra descritte appare del tutto evidente che qualcosa nei sistemi di selezione delle posizioni da accertare con il nuovo redditometro non ha funzionato. È evidente che nelle situazioni sopra descritte il procedimento amministrativo che ha preso avvio con l’invito al contribuente dovrebbe concludersi con la semplice produzione dei suddetti giustificativi del presunto scostamento senza che vi siano ulteriori appendici. 

Ciò premesso vediamo più in dettaglio che tipologie di argomentazioni difensive possono produrre i contribuenti raggiunti da tali improprie missive.
Nell’ipotesi in cui il contribuente dichiari redditi poco elevati per effetto di deduzioni forfettarie commisurate all’entità dei ricavi conseguiti come quelle in vigore per gli esercenti le attività di autotrasporto o di distribuzione dei carburanti, sarà sufficiente contattare il funzionario responsabile del procedimento indicato nella missiva per concordare un incontro chiarificatore. In tale sede il contribuente, redditi d’impresa alla mano, potrà dimostrare l’entità del vero reddito d’impresa conseguito che sarà pari alla differenza fra quello dichiarato e le deduzioni forfettarie spettanti. Una volta dimostrato il reddito d’impresa effettivo lo scostamento redditometrico dovrebbe sensibilmente ridursi o addirittura scomparire inducendo l’ufficio a desistere dall’accertamento.

Andrea Bongi - 02 agosto 2014 – tratto da Italia Oggi

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