Le ipotesi di mancato imbarco possono sostanzialmente derivare da una mera cancellazione del volo, oppure da un vero e proprio rifiuto della compagnia di consentire l'imbarco del passeggero (il «negato imbarco»).

In effetti, le compagnie aeree possono impedire l'imbarco ai passeggeri, sebbene questi si siano regolarmente e tempestivamente presentati ai desk per la partenza, ma ciò può avvenire solo in presenza di «ragionevoli motivi», quali, ad esempio, motivi di salute del passeggero stesso, di sicurezza o documenti di viaggio inadeguati, oppure in ipotesi di sovra-prenotazione, cioè di overbooking. In quest'ultimo caso, la stessa compagnia dovrà, però, versare immediatamente una compensazione pecuniaria per ogni passeggero lasciato a terra, compensazione che varia tra i 250 e i 600 euro in base alla lunghezza del volo e alla sua destinazione. Agli stessi passeggeri, poi, dovrà essere prestata un'adeguata assistenza a terra, comprensiva di pasti, bevande e sistemazione in albergo, in attesa di una loro eventuale "riprotezione" con imbarco sul volo successivo (articoli 7, 8 e 9 del Regolamento europeo). Se si viene riprotetti si mantiene comunque il diritto alla compensazione economica, ma gli importi possono essere diminuiti del 50% laddove il nuovo volo dovesse arrivare a destinazione non più tardi di quattro ore dopo l'orario originario.

Maurizio Di Rocco – 02 agosto 2014 - tratto da sole24ore.com

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