Un Isee precompilato. Ma solo da gennaio 2015. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto sui nuovi modelli dell’indicatore della situazione economica equivalente, decreto che a quasi un anno dalla riforma degli indicatori non ha ancora trovato il crisma dell’ufficialità. Ora, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, per venire incontro anche alle richieste dei comuni che devono rielaborare le soglie Isee si sarebbe trovato un accordo per far pubblicare il decreto a metà ottobre. Da lì, come da indicazione normativa, passerebbero i 40 giorni necessari per diramare i nuovi modelli e rendere pienamente operativa la riforma. Valeriano Canepari presidente della consulta nazionale dei Caf  si dice fiducioso del nuovo calendario: «si sta lavorando con forte collaborazione con ministero del lavoro e Inps per far partire l’Isee dal primo gennaio». 
Il nuovo modello funzionerà sulla stessa direzione del modello 730 precompilato. 
Oggi, per predisporre e compilare l’Isee,  il contribuente si reca presso un centro di assistenza fiscale (Caf) o presso l’Inps (Istituto nazionale di previdenza sociale) e fornisce i dati necessari, tutti autocertificati. In questo modo terminata la compilazione torna a casa con un modello Isee in tasca. Con le nuove regole si ribaltano completamente i piani. Il contribuente infatti fornirà soltanto alcune informazioni attraverso l’autocertificazione, per il resto il Caf trasmetterà all’Inps tutto il materiale e l’Inps verificherà la correttezzza delle informazioni attraverso l’accesso alla banca dati dell’anagrafe tributaria. Un lavoro più complesso che non si  concluderà in un giorno e costringerà il contribuente ad almeno un secondo appuntamento per il ritiro del certificato. In caso di dati in contrasto o di informazioni anomale il Caf dovrà verificare con il contribuente . Sarà l’Inps dunque a fornire un indicatore con dati da cui attingerà direttamente dalle banche dati, come quelli sulle giacenze medie dei conti correnti e quelli sull’esistenza di mutui casa. 
Un passaggio successivo potrebbe essere quello di incaricare i Caf anche della trasmissione telematica dell’Isee ai centri che lo richiedono come università, comuni, scuole. Modalità oggi non prevista dalla nuova normativa. Al momento il servizio di rilascio della certificazione (utilizzato per accedere a prestazioni agevolate e per verificare gli importi di rette di scuole asili e università) è interamente a carico dell’Inps che attraverso una convenzione remunera i Caf con dei prezzi variabili ad Isee di 8,10,12 euro. Il nuovo Isee più complesso nella stesura, nella preparazione e nella gestione della pratica potrebbe inoltre far ripensare in sede di rinnovo di convenzione al costo del servizio. Intanto sul fronte dei comuni, che dovranno, dal canto loro, aggiornare le soglie Isee su cui parametrare i costi dei servizi offerti e delle prestazioni rese, la situazione è ancora in alto mare. Nessuno ha ancora ultimato la revisione delle soglie, si pensa che i primi provvedimenti potranno vedere la luce a dicembre.

Cristina Bartelli – 19 settembre 2014 – tratto da Italia Oggi

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