Nessun obbligo per i comuni di ripartizione dei proventi delle multe stradali, almeno fino a quando non sarà emanato il decreto interministeriale attuativo, atteso ormai da oltre un anno. E anche quando arriverà il regolamento, gli obblighi a carico dei municipi, di comunicare al ministero delle infrastrutture e al ministero dell'interno gli introiti delle violazioni dei limiti di velocità, scatteranno solo dall'esercizio finanziario successivo «e in ogni caso dall'esercizio finanziario successivo a quello in corso». Quindi dal 2015. Nel frattempo però i comuni dovranno fare attenzione, tenendo una contabilità separata degli introiti (quelli relativi alle multe per autovelox e quelli relativi ad altre violazioni). Perché dal 2015 (se il dm arriverà come si spera quest'anno) dovranno provvedere a versare anche la quota di introiti relativa al 2014. Con una nota interpretativa, l'Anci interviene sulla annosa querelle che da oltre un anno agita gli enti locali che non sanno come dare applicazione alla legge n.120/2010 la quale ha riscritto l'art.142 del codice della strada. Ma vediamo di ripercorrere i termini del problema. La norma prevede che, per tutte le violazioni dei limiti di velocità accertate con autovelox, i proventi debbano essere ripartiti tra enti proprietari delle strade ed enti accertatori delle sanzioni. Le somme derivanti dalle multe dovranno poi essere destinate alla manutenzione e messa in sicurezza delle strade e al potenziamento dell'attività di controllo (spese di personale comprese).

Ciascun ente locale è chiamato a trasmettere ai due ministeri competenti entro il 31 maggio di ogni anno, una relazione in cui sono indicati, con riferimento all'anno precedente, l'ammontare complessivo dei proventi di propria spettanza, come risultante da rendiconto approvato nel medesimo anno, e gli interventi realizzati a valere su tali risorse, con la specificazione degli oneri sostenuti per ciascun intervento. In caso di mancata trasmissione della relazione (o di uso dei proventi in modo difforme da quanto previsto) la legge del 2010 stabiliva che gli incassi delle multe da autovelox venissero ridotti del 30%, percentuale poi elevata al 90% dal dl 16/2012 che fa anche scattare responsabilità disciplinare e per danno erariale (con tanto di segnalazione alla Corte conti). Peccato però che il modello di relazione e le modalità di trasmissione telematica dello stesso non siano mai stati approvati dato che il decreto non ha mai visto la luce. Di qui il caos generato tra gli enti che in attesa del regolamento navigano a vista. L'Anci ha fatto chiarezza non solo sulla ripartizione dei proventi, ma anche sulla modalità di trasmissione. Come detto, la legge richiede espressamente un supporto informatico che però non c'è. Vista l' «assenza di specifiche comunicazioni da parte dei ministeri interessati», secondo l'Anci, «l'incombenza potrà non essere osservata».

Francesco Cerisano – 17 febbraio 2014 – tratto da Italia Oggi

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