L'ipotesi di inserire nelle bollette elettriche delle famiglie il canone Rai, per ora in stand-by ma riproponibile nel 2015 in un decreto legge, potrebbe essere l'occasione per il Governo di migliorare l'equità dell'intero sistema, con un trasferimento di risorse dalle aree a maggiore evasione a quelle più virtuose. In sintesi: pagare meno, pagare tutti.

Scorrendo i dati degli abbonamenti Rai si scopre un'evasione rilevante ma per nulla omogenea sul territorio. In media risulta abbonato il 74% delle famiglie tenute al pagamento del canone, con percentuali che crollano in Campania (56,3%), Sicilia (59,8%) e Calabria (61,7%).

L'evasione attuale, realizzata da 5,9 milioni di famiglie, costa alle casse dello Stato, e della Rai, oltre 600 milioni di euro.
Ipotizzando un versamento di 80 euro a bolletta, eliminando così alla radice l'evasione, i macro-fenomeni da rilevare sarebbero i seguenti: in Italia, ciascuna famiglia in regola (16,8 milioni) riceverebbe uno sgravio di 33,5 euro (dai 113,5 pagati nel 2014), mentre per 5,9 milioni di famiglie attualmente non paganti ci sarebbe un esborso aggiuntivo di 80 euro all'anno.

Il saldo globale, con l'annullamento dell'evasione, vedrebbe per l'erario un incasso di circa 1,8 miliardi di euro, 89 milioni in meno rispetto al livello attuale, con profonde differenze geografiche negli effetti finali. Nelle regioni del nord, dove oggi in media paga il canone quasi l'80% delle famiglie, l'operazione-bolletta allevierebbe l'esborso per 95 milioni di euro, 34 milioni nella sola Lombardia, 18 in Emilia-Romagna, 11 in Piemonte, 10 in Veneto.

Benefici evidenti, altri 35 milioni di sgravi, vi sarebbero anche al centro, in particolare in Toscana (21 milioni), tra le regioni più virtuose nei pagamenti. 
Ragionamento opposto al Sud, dove il saldo tra nuovi pagamenti a carico degli evasori e minori esborsi dei contribuenti in regola porterebbe maggiori tasse per 41 milioni di euro, con un saldo “negativo” (nel senso che le tasse sul territorio aumentano) per Campania, Calabria e Sicilia.

La cifra più alta in valore assoluto in Campania, che in particolare nel capoluogo vede un tasso di evasione pari al 60%, il top tra i capoluoghi di tutta Italia: l'intera regione dovrebbe pagare 31 milioni di euro in più. Altri 22 milioni arriverebbero dalla Sicilia, 7 dalla Calabria, mentre per le altre aree del sud l'operazione-bolletta porterebbe sgravi fiscali.
L'operazione, se realizzata in modo lineare e a prescindere dalle fasce di reddito garantirebbe quindi un beneficio ai contribuenti “fedeli”, lanciando in generale un messaggio di equità. Per evitare che in Italia possano coesistere senza interventi di sorta aree come Aosta, in cui l'evasione è pari al 9% ed altre come S.Cipriano d'Aversa, nel casertano, dove il 9% è la percentuale di chi paga.

Luca Orlando -  26 novembre 2014 – tratto da sole24ore.com

 

 

Altre notizie