Strada in discesa per il rent to buy. In un contesto di evidente difficoltà per il settore immobiliare, che continua a scontare gli effetti negativi della persistente crisi economica e dell’aumento della tassazione sulla casa, la possibilità di un utilizzo immediato di un appartamento a fronte del pagamento di un corrispettivo, che potrà poi essere imputato in tutto o in parte al prezzo di vendita, può rappresentare un’ottima occasione per riportare sul mercato un’ampia platea di soggetti i quali, viceversa, rischiano di rimanerne ancora esclusi per lungo tempo. Si pensi per esempio alle giovani coppie che intendano avviare una convivenza o che abbiano necessità di acquistare un appartamento più grande per l’arrivo di un figlio e non dispongano della somma sufficiente e/o delle garanzie necessarie a ottenere un mutuo. Anche per questo motivo il legislatore, nel convertire con la legge n. 164/2014 dello scorso mese di novembre il c.d. decreto sblocca Italia, ha voluto offrire una solida cornice normativa a un istituto sorto autonomamente nella prassi negoziale, garantendo maggiore certezza a chi acquista e a chi vende e, quindi, favorendo una maggiore diffusione di questa nuova tipologia contrattuale.

Quando conviene il rent to buy.
Il rent to buy può infatti risultare conveniente a entrambe le parti del contratto. A chi necessita in tempi brevi della disponibilità di un immobile e non ha i fondi sufficienti per acquistarne uno e/o le garanzie per ottenere un mutuo, e al contempo non intende rivolgersi al mercato delle locazioni perché ha la sensazione di non far fruttare la liquidità a propria disposizione, viene offerta appunto la possibilità di scegliersi una soluzione abitativa adeguata con la possibilità di acquistarne la proprietà dopo un certo periodo di tempo e a un prezzo già fissato, dal quale andrà anche detratta, in tutto o in parte, la somma versata a fronte del suo utilizzo. Ma questa soluzione appare congeniale anche a quanti non abbiano così tanta fretta e/o mancanza di liquidità e/o difficoltà a ottenere un mutuo ma che, più semplicemente, intendano procedere all’acquisto di una nuova casa e alla vendita di quella di proprietà con maggiore calma e tranquillità. È noto, infatti, come oggigiorno sia anche possibile spuntare buoni affari per chi deve acquistare e, viceversa, sia invece difficile vendere ai prezzi in uso soltanto qualche anno addietro. Per non essere costretti a svendere la propria abitazione al solo scopo di poter approfittare per tempo di un’ottima occasione di acquisto di quella nuova, ecco allora che il rent to buy può consentire di bloccare il nuovo immobile cominciando semplicemente a versare un canone periodico, evitando così di diventare al contempo proprietario di due diverse case, con conseguente doppia imposizione fiscale, di avere più tempo per realizzare la vendita di quella vecchia a un prezzo più congeniale alle proprie aspettative e, conseguentemente, di evitare nell’immediato gli oneri finanziari derivati dall’accensione di un mutuo, diminuendo al contempo quello che sarà l’importo da richiedere in prestito per acquistare quella nuova.

Gianfranco Di Rago – 05 gennaio 2014 – tratto da Italia Oggi

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