Nel suo rapporto "Noi Italia 2015", l'Istat ha certificato il protrarsi della crisi italiana, in un contesto nel quale permangono forti differenze regionali e ritardi con gli altri paesi europei. 

IN ITALIA DIECI MILIONI DI POVERI. Nel 2013 le famiglie in condizioni di povertà relativa erano il 12,6%, poco più di 10 milioni di individui (16,6% della popolazione). La povertà assoluta ha coinvolto il 7,9% delle famiglie, per un totale di circa 6 milioni di individui. Il Mezzogiorno presentava una situazione particolarmente svantaggiata, con in media oltre un quarto di famiglie povere; per il Centro e il Nord l'incidenza era, viceversa, molto più contenuta (rispettivamente 7,5% e 6%). 

Nel complesso, quindi, il panorama regionale ha messo in evidenza il forte svantaggio dell'Italia meridionale e insulare, con una percentuale di famiglie povere pari a circa il doppio rispetto alla media nazionale. 
Nel 2013 il 23,4% delle famiglie residenti in Italia viveva in una situazione di disagio economico, per un totale di 14,6 milioni di individui. Il 12,4% dei nuclei familiari, invece, si trovava in situazioni di grave difficoltà economica. Il valore dell'indicatore di disagio è risultato marcatamente più elevato tra le famiglie con cinque componenti o più (34,1%), residenti nel Mezzogiorno (40,8%), con tre o più minori (35,8%) e tra le famiglie in affitto (41,7%).   
 
OCCUPAZIONE. Il tasso di occupazione colloca l'Italia al quartultimo posto nell'Unione europea, con 6 persone occupate ogni 10, mentre la pressione fiscale al 43,3% vede il Belpaese al sesto posto. Complessivamente le famiglie in condizione di povertà hanno superato quota 10 milioni (12,6% del totale), il 23,4% invece vive una situazione di disagio economico. 
Secondo l'Istat, nel 2013 in Italia avevano un'occupazione quasi 6 persone su 10 in età 20-64 anni. 
Nella graduatoria europea, solamente Grecia, Croazia e Spagna presentavano tassi di occupazione inferiori al nostro paese. 
In Italia permane un forte squilibrio di genere a sfavore delle donne e un marcato divario territoriale tra il Centro-Nord e Mezzogiorno.
Il tasso di occupazione dei 55-64enni, invece, è risultato pari al 42,7%, in aumento del 2,3% rispetto al 2012, ma inferiore alla media Ue28 (50,1%). Il divario di genere più contenuto è stato registrato in Valle d'Aosta, quello maggiore in Puglia. 

PRESSIONE FISCALE. La pressione fiscale in Italia nel 2013 ha raggiunto il 43,3%, collocando il nostro paese al sesto posto nell'Ue28. Rispetto ai principali paesi europei il dato italiano è risultato inferiore solo a quello della Francia. In Italia, per l'Istat, la pressione fiscale nel complesso è andata aumentando: dal 2000 fino al 2006 oscillava tra il 40% circa e il 39,1% del Pil, valore minimo del 2005; dal 2007 è cresciuta fino a raggiungere il 43,3% del Pil nel 2013.

19 febbraio 2015 – tratto da Italia Oggi

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