Per ora no. L’industria italiana rinvia le speranze di ripresa ed entra nel 2015 con la retromarcia ingranata. La produzione industriale di gennaio è infatti in calo dello 0,7% su base mensile destagionalizzata, perde oltre due punti nei confronti dello stesso mese dell’anno precedente. Su base annua solo il comparto dei beni durevoli è in crescita mentre altrove ci sono soltanto segni meno, con frenate superiori ai due punti percentuali. Per una volta non è l’energia il nodo principale ed escludendo questa componente dal calcolo anche per le altre attività manifatturiere la discesa è sensibile.

Un’unica possibile attenuante - tutta però da verificare - è la possibilità che il calendario 2015 abbia favorito un “ponte” lungo in più, spingendo magari qualche azienda a chiudere per una giornata aggiuntiva, ipotesi però che da sola non pare poter giustificare un calo di queste proporzioni. Che sarebbe stato anche superiore se a gennaio non fosse proseguita la corsa dell’auto, settore affondato da anni di recessione e ora in progresso - nella produzione nazionale - di oltre 30 punti percentuali.

A livello settoriale, oltre ai mezzi di trasporto, solo l’area elettronica può vantare performance positive mentre altrove si osservano unicamente segni meno. Pesanti in particolare nell’area della metallurgia (-8,1%) e del tessile-abbigliamento-pelle, settore quest’ultimo che più di altri, in particolare nelle calzature, sta pagando un dazio pesante alla crisi in Russia.

Dati complessivamente non incoraggianti, che tuttavia potrebbero essere solo una parentesi: a febbraio, come stimato qualche giorno fa dal centro studi di Confindustria, l’output dell’industria nazionale dovrebbe essere aumentato di oltre un punto.

Luca Orlando - 10 marzo 2015 – tratto da sole24ore.com

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