La scelta del sistema di conservazione della fattura elettronica è «un nodo decisivo che le imprese devono affrontare subito - secondo Paolo Catti, direttore dell'Osservatorio fatturazione elettronica del Politecnico di Milano -. Meglio un unico conservatore per ritrovare più facilmente documenti che devono essere ritrovabili dopo dieci anni».
Le preoccupazioni - legate soprattutto a un aumento dei costi - indotte dalla conservazione non sono fondate. «Si tratta - spiega l'Agid - di cambiare mentalità: oggi le fatture cartacee si archiviano in un modo, domani quelle elettroniche dovranno essere conservate con altre modalità. Fondamentale è garantire l'integrità del documento. Sono già stati accreditati i primi 19 soggetti a cui le Pa devono rivolgersi per conservare le loro fatture. Per i privati non c'è obbligo, possono scegliere all'interno di un mercato che si va formando».

Antonello Cerchi/Valeria Uva – 30 marzo 2015 – tratto da sole24ore.com

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