Ci è voluto un anno di lavoro, ma dal 1° luglio basterà un clic alle imprese per ottenere il Documento unico di regolarità contributiva. Un’operazione frutto della collaborazione tra ministero del Lavoro, Inps, Inail e Casse edili che, ha assicurato il ministro Giuliano Poletti, «consentirà risparmi complessivi per almeno 100 milioni di euro l’anno».

Firmato decreto attuativo del Jobs Act
La completa dematerializzazione del Durc era stata prevista un anno fa dal Dl 34/2014, il primo atto del Jobs Act, ma necessitava di un decreto attuativo, che Poletti ha firmato in questi giorni e che - ha detto oggi, illustrando le novità - «puntiamo a veder pubblicato il 1° giugno» per poter essere operativi dal 1° luglio. In questo mese proseguirà a tambur battente la sperimentazione interna del nuovo sistema informatico per testarne l’affidabilità così come il confronto con chiunque desideri informazioni e voglia segnalare criticità. «Lo sforzo - ha sottolineato il ministro - è stato quello di far risolvere la complessità alle amministrazioni invece di scaricarla sui cittadini e sulle imprese».

Durc in tempo reale per le imprese regolari
Il nuovo meccanismo prevede che un’impresa si colleghi telematicamente all’archivio di Inps, Inail o Casse edili per ottenere un Durc in formato .pdf valido per tutti gli usi, dall’erogazione di sovvenzione alle procedure di appalto, dai lavori nell’edilizia al rilascio di attestazioni Soa. Se la posizione è regolare potrà ricevere il Documento in tempo reale, «mentre oggi - ha ricordato il ministro - aspetta anche fino a 30 giorni». Se invece la posizione risulta irregolare dal punto di vista contributivo, entro 72 ore le saranno trasmesse le cause dell’irregolarità ed entro pochi giorni potrà regolarizzare e ottenere il certificato. «Ma la procedura standard resta attiva», ha avvertito Poletti: «È il paracadute che garantisce comunque la risposta, anche in caso di errori o intoppi nel sistema. La logica è quella del miglioramento in corso».

Risparmi per 100 milioni di euro l’anno
I risparmi attesi sono di 100 milioni di euro l’anno. Per le pubbliche amministrazioni la stima è di oltre 80 milioni, sulla base del risparmio sui costi orari del personale addetto al rilascio del Durc: la somma è ricavata considerando gli oltre 5,2 milioni di Durc rilasciati ogni anno e calcolando un’ora di lavoro (16 euro lordo il costo medio) per ogni Documento. Per le imprese, prudenzialmente, il ministero stima un risparmio di 25 milioni di euro, sempre riferito al minor costo medio del personale utilizzato.

Boeri (Inps): «Confronto con le aziende per verificare correttezza conti»
Il presidente Inps Tito Boeri ha sottolineato lo «sforzo organizzativo considerevole» che il sistema ha comportato, considerati i numeri in gioco: «Nei primi tre mesi del 2015 i Durc richiesti sono stati 2 milioni, quindi è possibile che alla fine dell’anno arrivino alla cifra 8 milioni». Per prepararsi meglio all’appuntamento del 1° luglio ed evitare ritardi legati a meri errori formali - ha annunciato Boeri - «l’Inps avvierà una massiccia operazione di interlocuzione con le aziende per verificare la correttezza dei conti aziendali». Per il presidente Inail, Massimo De Felice, «ci sarò un vantaggio notevolissimo per le imprese e anche un vantaggio per gli Istituti, in termini di consolidamento di una collaborazione che non potrà non essere fruttuosa anche per l’integrazione di altre banche dati». Dal canto suo, il presidente della Commissione paritetica per le Casse edili, Carlo Trestini, ha ricordato: «Semplificazione non vuol dire “minore importanza” attribuità alla regolarità e al contrasto del lavoro nero».

Manuela Perrone - 21 maggio 2015 – tratto da sole24ore.com

 

 

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