L'Istat lancia un nuovo allarme sull'economia italiana, mentre Bankitalia punta il dito contro le previsioni dei "maggiori istituti di ricerca", considerate "troppo ottimistiche".
Nella nota mensile sull'andamento dell'economia italiana, l'Istat sottolinea che l'indicatore anticipatore dell'economia suggerisce per i prossimi mesi un proseguimento della fase di debolezza dei livelli di attività, aggiungendo che a livello internazionale prosegue la fase di decelerazione degli scambi mondiali e di rallentamento dell'attività economica nell'area euro.
In Italia a settembre, ricorda l'istitito di statistica, il clima di fiducia dei consumatori ha segnato la seconda flessione consecutiva, mentre le aspettative delle imprese sono risultate in miglioramento, attestandosi tuttavia sui livelli dello scorso giugno. L'indicatore composito anticipatore, aggiornato tenendo conto delle informazioni più recenti, segna nell'ultimo mese l'ottava variazione negativa consecutiva.
L'Istat sottolinea inoltre che nel secondo trimestre la spesa delle famiglie per consumi finali ha mantenuto ritmi di crescita contenuti (+0,2 rispetto al trimestre precedente). A fronte di un incremento del reddito disponibile delle famiglie consumatrici (+1,3%), significativamente piu' elevato dell'aumento dei consumi finali, la propensione al risparmio e' salita al 9,6%, con un aumento di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
Sul fronte del mercato del lavoro, le attese formulate dagli imprenditori a settembre sull'evoluzione dell'occupazione per i successivi tre mesi appaiono in miglioramento in tutti i settori ad eccezione di quello dei servizi.
Per quanto riguarda i prezzi al consumo, infine, l'Istat precisa che a settembre, dopo sette mesi di valori negativi, l'inflazione e' risultata leggermente positiva. Sempre a settembre le attese delle imprese che producono beni per il consumo finale non evidenziano cambiamenti significativi delle politiche di prezzo, con un sostanziale equilibrio tra chi prevede rincari dei listini nel breve termine e chi ne prospetta riduzioni. Tra i consumatori, viceversa, crescono le attese di un leggero recupero dell'inflazione.
Intanto Bankitalia torna sulla questione del pil, dopo le polemiche dei giorni scorsi, sottolineando che per rafforzare la crescita bisogna puntare sugli investimenti. E' questo il messaggio lanciato nel corso di un convegno dal vice d.g. dell'istituto di Via Nazionale, Fabio Panetta. "Rafforzare il sentiero di crescita è per noi, più che per altri, fondamentale e urgente".
"La debolezza della ripresa dipende soprattutto dai bassi investimenti", ha proseguito Panetta sottolineando come "i segnali di ripresa stentano a tradursi in un atto di fiducia, quale l'investimento è, sul futuro della nostra economia". "Pur nell'ambito dello spazio di manovra ridotto in cui la politica di bilancio si trova a operare, è necessario proseguire una politica orientata allo sviluppo, in particolare alleggerendo ulteriormente il peso delle imposte sui fattori della produzione", ha sottolineato, aggiungendo che "l'efficacia degli interventi sarà tanto maggiore quanto più saranno percepiti, all'interno del Paese e da parte degli operatori economici internazionali, come parte di una strategia di lungo periodo".
Poi l'affondo nei confronti degli istituti di ricerca. "Dal 2011 non solo la crescita è stata notevolmente inferiore a quella pre-crisi, ma le previsioni dei maggiori istituti di ricerca sono risultate sistematicamente troppo ottimistiche in ogni singolo anno", ha detto Panetta.

In calo l'indice Pmi servizi. Rallenta a settembre l'indice Pmi dell'Italia che monitora l'andamento dei servizi. L'indicatore - rilevato da Markit Economics e Adaci - è sceso a 50,7 punti da 52,3 di agosto contro attese per un calo a quota 52. L'indice composito che monitora l'attività dei settori manifatturiero e dei servizi è sceso a 51,1 da 51,9 punti di agosto mentre gli economisti puntavano su 51,5 punti.

05 ottobre 2016 – tratto da Italia Oggi

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