Cancellazione delle cartelle esattoriali comprese nel quindicennio 2000-2015, con sei diverse ipotesi allo studio. Quella minima prevede il condono sulle cartelle di importo fino a 3 mila euro, con un costo nel 2021 di 1,6 miliardi. Quella massima l’eliminazione di tutte, a prescindere dal loro importo, con un costo che salirebbe a 3,3 miliardi. Le ipotesi intermedie passano per l’abolizione delle cartelle fino a 5 mila, a 10 mila, a 30 mila e a 50 mila euro. Il grosso delle cartelle stanno sotto i 3 mila euro. In questa ipotesi, infatti, ne verrebbero cancellate 57,3 milioni su un totale di 70,5 milioni nei 15 anni considerati.

E poi una novità: le cartelle che, a partire da quest’anno, non verranno riscosse entro cinque anni saranno restituite dall’agente della riscossione al titolare (per esempio dall’Agenzia delle entrate al comune, se si tratta di una multa). Si chiama «discarico automatico per inesigibilità». Non una vera e propria prescrizione fiscale, ma qualcosa di simile, che insieme con lo stralcio delle cartelle fra il 2000 e il 2015 dovrebbe alleggerire il cosiddetto magazzino dell’Agenzia delle entrate dei crediti ritenuti ormai di difficile esigibilità ed evitare, con la “prescrizione” delle nuove cartelle, che in futuro si accumulino nuove giacenze. Sono queste le coordinate della «pace fiscale» o del nuovo condono, secondo i punti di vista, contenute nella bozza del decreto legge Sostegni che il consiglio dei ministri dovrebbe approvare la prossima settimana.

Enrico Marro - 6 marzo 2021 – tratto da corriere.it

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