I cittadini stranieri in possesso di una qualifica professionale almeno triennale potranno fare ingresso in Italia al di fuori delle quote fissate annualmente. A stabilirlo, tra l'altro, è la bozza di dlgs di attuazione della direttiva 2021/1883 sulle condizioni d'ingresso e soggiorno degli extracomunitari che intendano svolgere lavori «altamente qualificati». Il provvedimento è all'ordine del giorno del prossimo consiglio dei ministri, programmato per lunedì prossimo.

Stranieri in Italia. I cittadini extracomunitari non sono liberi di fare ingresso e soggiorno in Italia per motivi di lavoro; infatti, possono farlo solo dopo avere prima ottenuto il relativo permesso di soggiorno, con la specifica procedura prevista in base al tipo di lavoro che intendono svolgere: autonomo o subordinato, a tempo indeterminato o a termine o stagionale. Punto di partenza è il decreto flussi che annualmente fissa le quote massime degli ingressi di cittadini di stati non UE per motivo di lavoro.

L'ingresso fuori quota. Alcune categorie di lavoratori sono escluse dal contingentamento dei flussi, potendo entrare e lavorare in Italia per periodi superiori a tre mesi prescindendo dalle quote annuali. Si tratta, in particolare, dei lavoratori:

- che svolgono attività particolari (traduttori; interpreti; giornalisti; sportivi; ricercatori; etc);

- altamente qualificati, cioè in possesso di titolo d'istruzione superiore della durata almeno triennale e di una qualifica professionale superiore (livelli 1, 2 e 3 della classificazione Istat delle professioni CP 2011) e dei requisiti per l'esercizio delle professioni regolamentate (di cui al dlgs 206/2007).

La riforma. La bozza di dlgs modifica la seconda fattispecie. In base alle nuove disposizioni, i lavoratori altamente qualificati che possono entrare e lavorare liberamente in Italia sono coloro che intendono svolgere attività retribuite per conto o sotto la direzione o coordinamento di altra persona fisica o giuridica e che sono alternativamente in possesso:

- di titolo d'istruzione superiore di livello terziario attestante il completamento del percorso d'istruzione superiore di durata almeno biennale o di una qualificazione professionale di livello post secondario di durata almeno biennale o corrispondente almeno al livello 5 del quadro nazionale delle qualificazioni (dm 8 gennaio 2018);

- dei requisiti per l'esercizio di professioni regolamentate (dlgs 206/2007);

- di una qualifica professionale superiore attestata da almeno cinque anni di esperienza professionale di livello paragonabile ai titoli d'istruzione superiori di livello terziario, pertinenti a professione o settore specificato nel contratto di lavoro ovvero all'offerta vincolante;

- di qualifica professionale superiore attestata da almeno tre anni di esperienza professionale pertinente acquisita nei sette anni precedenti la presentazione della domanda di Carta blu Ue, per quanto riguarda dirigenti e specialisti nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (classificazione ISCO-08, n. 133 e 25).

Stop liste di collocamento. Tra le altre novità, la bozza di dlgs aggiorna il Tu nella parte in cui consente, agli stranieri che perdono lavoro, anche per dimissioni, di ricercarsi una nuova occupazione. Oggi ciò è possibile a condizione che lo straniero risulti «iscritto alle liste di collocamento»; la riforma prevede che ciò sia possibile a condizione del «rilascio della dichiarazione di immediata disponibilità», Did, da parte dello straniero.

Daniele Cirioli - 15 luglio 2023 – tratto da Italia Oggi

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