Con il passaggio dal superammortamento al credito d’imposta agevolati gli acquisti di beni strumentali  per i professionisti con flat tax.

Da quest’anno doppio vantaggio per i professionisti con la flat tax. Al regime fiscale agevolato con aliquota unica al 15% per chi ha compensi al di sotto dei 65mila euro, dal primo gennaio si aggiunge il nuovo bonus fiscale sull’acquisto di beni strumentali (Pc, arredo ufficio ad esempio). Per paradosso, il vantaggio è frutto di una cancellazione: quella del superammortamento previsto fino al 2019 sempre per i beni strumentali. Questa agevolazione infatti con la manovra 2020 ha cambiato pelle trasformandosi da un bonus sull’ammortamento a un credito d’imposta. Così mentre il superammortamento era precluso ai (soli) professionisti in regime forfettario, per via di costi calcolati appunto in modo forfettario e senza deduzioni analitiche, oggi il credito può essere detratto anche dall’imposta forfettaria del 5-15 per cento. Per chi ha la flat tax quindi il guadagno è certo (perché finora nessuna agevolazione era applicabile), mentre per i professionisti in regime ordinario il calcolo della convenienza del nuovo sconto è più complesso perchè legato alle variabili dell’aliquota e del bene agevolato con un vantaggio comunque crescente al crescere del costo del bene.

Per gli acquisti eseguiti nel 2020, l’agevolazione sostituisce appunto il precedente beneficio che consisteva nel superammortamento, cioè un incremento figurativo del 30% del costo del bene che permetteva di eseguire maggiori ammortamenti deducibili dal reddito professionale.

Nel superammortamento erano compresi i professionisti. Ma non quelli che avevano aderito al regime forfettario (legge 190/14). Ciò in quanto, come ha riconosciuto esplicitamente la circolare 23/16, un bonus legato al concetto di ammortamento non poteva essere fruito da soggetti per cui i costi analitici (quali gli ammortamenti) erano ( e sono ) irrilevanti ai fini della determinazione del reddito.

Il nuovo beneficio fiscale è invece un credito d’imposta , quindi è correlato al costo del bene e non al processo di ammortamento. Da qui la conclusione che sembra univoca : anche i soggetti in flat tax potranno beneficiare della agevolazione utilizzando un credito del 6% in detrazione di imposte e contributi dovuti ed inseriti nel modello F 24. Naturalmente i professionisti che determinano il reddito con il regime normale semplificato o ordinario potranno continuare ad usufruire del credito.

I beni agevolati

L’ambito oggettivo è rappresentato dall’acquisto di beni strumentali materiali e nuovi. Per fare qualche esempio si tratta di: Pc, stampanti, arredi dello studio, a patto che non siano usati. Non sono ammesse moto e auto (e a tutti gli altri mezzi di trasporto citati nel primo comma dell’articolo 164 del Tuir). Esclusi anche i beni che hanno una percentuale di ammortamento inferiore al 6,5% (immobili ed altri ). Per quanto riguarda il concetto di strumentalità esso è rappresentato dall’utilizzo del bene in modo durevole nell’esercizio di arte o professione da parte dell’acquirente. I software, in quanto beni immateriali, non sono agevolabili, nemmeno se si tratta di beni immateriali altamente tecnologici ed ammessi al regime del credito d’imposta del 15% per le imprese: questo perché l’inserimento dei professionisti nel bonus è previsto dall’articolo 1 comma 194 della legge di Bilancio 2020 che cita solo i beni diversi da quelli di Industria 4.0 e da quelli immateriali. Si ritiene, tuttavia, che il software inserito nel pc ed acquistato con il bene materiale sia agevolabile perché inscindibile dal bene materiale.

Come funziona

Il credito d’imposta spetta nella misura del 6% calcolato sul costo di acquisto del bene stesso, che non può superare i due milioni. Spetta per le spese sostenute nel 2020, ma non è chiaro, se sono agevolati anche per i professionisti gli acquisti entro il 30 giugno 2021, pagati con un acconto del 20% entro il 2020. Il bene deve essere localizzato in Italia e non va ceduto fino al secondo esercizio successivo all’acquisto, pena la perdita del credito. Anche se la norma parla solo di imprese, interpretandola in modo sistematico si ritiene che queste disposizioni siano valide anche per il professionista.

IL CONFRONTO

Il superammortamento consentiva un incremento figurativo del costo del bene ( 40% fino al 2017 e poi 30% dal 2018) dunque più ammortamenti rispetto al costo effettivo del bene con conseguente maggiore risparmio Irpef. Il credito d'imposta del 6% si presenta ora come un vero e proprio “sconto” dalle imposte dovute (e per questo è applicabile anche ai forfettari, finora esclusi dal superammortamento). Per chi è in regime ordinario il passaggio dal primo al secondo bonus nella maggior parte dei casi sarà meno vantaggioso. I benefici aumentano solo con l'incremento dei costi di acquisto, ma restano lontani dai vantaggi del superammortamento.

P.Meneghetti/V.Uva - 11 gennaio 2020 – tratto da sole24ore.com

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