Sostegni alle partite Iva con una nuova autocertificazione, da inviare all'Agenzia delle entrate. I contributi a fondo perduto su cui il ministero dell'economia sta lavorando saranno erogati prendendo come parametro il calo del fatturato del 33% su base annuale, un confronto dunque dei dati del 2020 rispetto al 2019. Addio ai codici Ateco, si guarderà, come requisito, alla partita Iva, rientrando così anche gli autonomi e i professionisti esclusi dai contributi a fondo perduto dei mesi precedenti.

Il tetto degli aiuti è a 150 mila euro come somma massima per le partite Iva fino a 5 mln di euro di ricavi.

Sono queste alcune indicazioni che arrivano sulla stesura del decreto Sostegno che raccoglie il testimone dei precedenti decreti Ristori ed è in fase di ultimazione presso il ministero dell'economia.

Il decreto conta su una dote economica di oltre 23 mld di euro e oltre gli interventi di indennizzo conterrà anche misure in materia di lavoro.

Inoltre nel provvedimento troverà spazio la regolamentazione della ripresa delle notifiche da parte di Agenzia delle entrate e Agenzia delle entrate Riscossione.

Cambia dunque il nome agli interventi di supporto per le imprese e le partite Iva. La struttura e il meccanismo ricalcano però quelli degli interventi presi nel corso del 2020 e che hanno consentito all'Agenzia delle entrate di accreditare sui conti correnti delle imprese oltre 10 mld di euro.

Per la nuova tornata di fondi sarà richiesta una nuova autocertificazione dei requisiti in quanto il calcolo del parametro cambia. Non si prenderà più a riferimento il messe di aprile 2019 e il calo rispetto a questo del 33% ma si farà un ragionamento più ampio su base annuale sempre tenendo però come soglia la percentuale del 33%.

Inoltre, altra importante novità: si supera la logica degli interventi precedenti basata sui codici Ateco delle attività. La scelta Ateco dettata, come più volte spiegato dai rappresentanti del ministero dell'economia durante gli interventi in parlamento, da esigenze di tempestività e urgenza aveva penalizzato le cosiddette aziende filiera, l'individuazione di un settore a scapito di altri aveva esclusi ambiti economici che non hanno ricevuto indennizzi sebbene egualmente colpiti dalla pandemia.

Nel decreto legge sarà indicato il termine, circa due mesi, della proroga dei versamenti delle rate della rottamazione

Cristina Bartelli - 02 marzo 2021 – tratto da Italia Oggi

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