Addio controlli quotidiani sul Green pass in azienda. E il lavoratore può concludere il turno anche se, ad esempio, il tampone sotteso al certificato scade durante le ore di servizio. Per le aziende sotto i quindici dipendenti aumenta la possibilità di sostituire i dipendenti no pass sino al 31 dicembre, quando finirà lo stato d'emergenza (almeno a normativa vigente). Nel lavoro somministrato spetta all'impresa utilizzatrice controllare le certificazioni verdi del personale fornito dall'agenzia. Sono le novità introdotte al Senato al decreto legge Green pass 4 (dl 127/2021), approvato a Palazzo Madama con la fiducia posta dal Governo: 199 sì, 38 no e nessun astenuto. Ora il testo passa alla Camera dove, con ogni probabilità, otterrà il via libera senza modifiche: il decreto, che si applica al lavoro pubblico e privato, deve essere convertito in legge entro il 20 novembre perché è stato varato dall'Esecutivo lo scorso 21 settembre.

Rischio-privacy. Semplificate le verifiche in azienda: i lavoratori che consegnano al datore una copia della certificazione verde evitano i controlli quotidiani per tutto il periodo di validità del «passaporto» anti Covid. La modifica introdotta in commissione Affari costituzionali pone tuttavia una questione di privacy: era stato stabilito, infatti, che le aziende non potessero conservare il Qr del personale. Ancora. Il Green pass conserva la validità sino alla fine della giornata di lavoro anche se il conteggio delle ore del tampone scade durante l'orario di servizio: il lavoratore evita così la sanzione da 600 a 1.500 euro.

No limits. Mani libere alle piccole imprese per sostituire con assunzioni a termine il personale che non si adegua alla normativa sul lasciapassare verde: diventano «lavorativi» e «rinnovabili» i dieci giorni per i quali è possibile ingaggiare un altro lavoratore al posto del dipendente no pass; insomma: non solo quindici giorni effettivi, ma contratti a tempo reiterabili sino alla fine dell'anno. Il lavoratore sostituito resta senza stipendio ma conserva il posto e non va incontro a sanzioni disciplinari. Le agenzie di somministrazione informano il personale degli obblighi sulle certificazioni che saranno poi controllate dalle aziende utilizzatrici.

Deroga a termine. Addio incompatibilità per gli operatori sanitari con ogni altro rapporto di lavoro dipendente, ma soltanto fino al termine dello stato d'emergenza. Per il personale del comparto sanità, dunque, non si applica il divieto previsto per ogni altra attività subordinata, pubblica o privata e anche per quella in convenzione con il sistema sanitario nazionale. Il tutto fino a quattro ore settimanali. Gli incarichi sono sempre prima autorizzati dall'amministrazione di appartenenza per garantire priorità alle esigenze organizzative del servizio sanitario nazionale oltre che per verificare il rispetto della normativa sull'orario di lavoro. L'obbligo di certificato verde è esteso agli operatori del servizio civile universale per accedere alle postazioni di servizio presso enti pubblici e privati accreditati.

Dario Ferrara - 13 novembre 2021 – tratto da Italia Oggi

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