Un altro anno di vita per il vincolo sportivo. Il Consiglio dei ministri di ieri ha infatti approvato un provvedimento che proroga di un anno (fino al 30 giugno 2025) il termine del vincolo per i tesseramenti sottoscritti prima dell’entrata in vigore della riforma dello sport (quindi, prima di luglio 2023). Una scelta «necessaria per garantire una graduale, ma definitiva, entrata in vigore della nuova disciplina», ha spiegato il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi, che ha anche comunicato l’inizio di un ciclo di audizioni con soggetti interessati a partite dalla prossima settimana.

Che cos’è il vincolo sportivo

Il vincolo sportivo, in estrema sintesi, è quell’istituto che lega un giovane atleta alla prima associazione/società che lo ha tesserato, obbligandolo a svolgere attività per la stessa, che chiede un corrispettivo economico per svincolarlo. Si tratta di una sorta di tutela sull’investimento formativo fatto dalla realtà che «scopre» il talento. Un sistema che, tuttavia, aveva causato varie storture, con i sindacati degli atleti (pallavolo, basket e calcio in primis) che da anni ne chiedevano l’abolizione. Un desiderio che era stato avverato dalla riforma del lavoro sportivo, in particolare dall’articolo 31 del dlgs 36/2021, che ne decretava la completa abolizione a partire dal 1° luglio 2023. Nello specifico, l’articolo stabilisce che «le limitazioni alla libertà contrattuale dell’atleta, individuate come vincolo sportivo, sono eliminate a partire dal 1° luglio 2023». Il termine veniva già prorogato al 1° luglio 2024 per i tesseramenti che costituivano rinnovi, senza soluzione di continuità, di precedenti tesseramenti. Comunque, decorsi questi termini, «il vincolo sportivo si intende abolito».

Le proteste post riforma

Una decisione accolta con favore dai sindacati, ma osteggiata da gran parte del mondo sportivo. Recentemente, anche un importante dirigente dell’Atalanta (Luca Percassi) ha parlato dell’abolizione dell’istituto, chiedendo un intervento al governo. Tanto la Lega nazionale dilettanti quanto la Figc, solo per citare il calcio, si erano schierate contro la novità della riforma. In realtà, l’eliminazione dell’istituto era già stata «annacquata» dal dl 75/2023, che aveva stabilito come il vincolo rimanesse in piedi, ma potesse valere al massimo per due anni. Ora, a pochi giorni dal 30 giugno, arriva quindi una ulteriore proroga. «Preso atto dell’impatto di prima applicazione della norma», le parole di Abodi, «si è resa necessaria la proroga per garantire una graduale, ma definitiva, entrata in vigore della nuova disciplina, tesa a bilanciare gli interessi degli atleti con quelli delle associazioni e società sportive». Il ministro aveva già dichiarato più volte la sua volontà di superare questo istituto, come emerge anche dalle parole di ieri, in cui si precisa la voglia di arrivare a una «definitiva entrata in vigore della nuova disciplina». Di certo, però, questa proroga potrebbe aprire altri scenari. «Una scelta lungimirante, per cui ringraziamo il ministro», il commento del presidente della serie B di calcio, Mauro Balata.

Audizioni in arrivo

Abodi, infine, ha anche precisato come già dalla prossima settimana saranno invitate le parti interessate «a una serie di audizioni con il gruppo di lavoro tecnico presso i propri uffici, per affrontare e risolvere le problematiche relative al tema, nell'ambito di un quadro complessivo che comprende anche l'apprendistato sportivo e i premi di formazione».

Michele Damiani - 25 giugno 2024 – tratto da Italia Oggi

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