La versione definitiva del Dpcm «raccomanda fortemente» di «non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità, per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi». Rispetto all'ultima bozza, però, salta la specifica secondo cui era raccomandato di non spostarsi «dal Comune di residenza, domicilio o abitazione».

Il punto, nel corso delle riunioni di ieri (sabato 24 ottobre, ndr) era stato tra i più discussi anche perché nel Governo circolava l'ipotesi del divieto di spostamenti tra le Regioni. Divieto che, nel testo firmato da Conte, non viene introdotto.

E nella conferenza stampa di domenica 25 ottobre, Conte ha ribadito come nel Dpcm non sia stato introdotto il termine «coprifuoco», dato che «non è una parola che amiamo». Quello che si raccomanda — ha chiarito — «è di muoversi solo per motivi di lavoro, studio, salute e necessità oltre a non ricevere a casa persone che non siano del nucleo familiare», assicurando importanti misure economiche per chi sarà costretto a rallentare o sospendere le proprie attività. «L'Italia è un grande Paese — ha chiuso — ce la faremo anche adesso».

Silvia Morosi - 25 ottobre 2020 – tratto da corriere.it

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