Semplificare le procedure ed evitare il proliferare di Albi o Registri. È questa la sintesi dell'intervento del Consiglio nazionale dei commercialisti in Commissione Attività produttive della Camera, nell'ambito dell'esame in sede referente della proposta di legge C. 1494 Benamati - presentata il 14 gennaio 2019 - che prevede una delega al Governo per la riforma della disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza. Una proposta che i commercialisti accolgono con favore perché può portare alla razionalizzazione e alla sistematizzazione di una normativa attualmente frammentata in differenti provvedimenti (legge Prodi 95/79; legge Prodi-bis 270/99; legge Marzano 39/2004; legge 166/2008, cosiddetto decreto Alitalia) che all'atto pratico si sono rivelati non adeguatamente efficaci.
Il consigliere nazionale Andrea Foschi, durante il suo intervento in audizione, ha spiegato che è necessario effettuare un intervento di riordino generale della normativa e attuare una riforma organica della procedura di amministrazione straordinaria. Secondo i commercialisti la nuova disciplina dovrebbe indirizzarsi a imprese di dimensioni significative, il cui dissesto possa incidere sulla collettività, soprattutto sotto il profilo della tutela dei livelli occupazionali. «Alcuni aspetti del ddl potrebbero essere migliorati – afferma Foschi - e integrati con previsioni di maggior coerenza rispetto soprattutto al mutato contesto temporale e socio-economico in cui oggi ci troviamo a operare a seguito della pandemia di Covid 19 e dell'imminente entrata in vigore del Codice della crisi».

L' Albo dei commissari straordinari

I commercialisti guardano con diffidenza all'istituzione di un Albo ad hoc dei commissari straordinari per l'amministrazione delle grandi imprese in stato di insolvenza; innanzitutto perché il termine Albo fino ad oggi è stato riservato alle professioni ordinistiche e dunque, a livello terminologico sarebbe più corretto parlare di Registro; ma a prescindere dal nome per i commercialisti l'istituzione di un ennesimo ulteriore registro si porrebbe in una posizione di specialità rispetto agli albi professionali già istituiti ex lege, generando possibile confusione tra professionalità specifiche previste dagli ordinamenti professionali e competenze vantate da quanti non sono iscritti negli albi professionali. Un registro a cui, comunque, i dottori commercialisti dovrebbero potersi iscrivere di default, date le competenze tipiche della professione. Potrebbe invece risultare opportuno, secondo i commercialisti, istituire un elenco dei commissari straordinari in cui annotare gli incarichi assegnati ai professionisti; a questo proposito la categoria apprezza la disposizione che prevede che ogni soggetto possa ricevere un solo incarico per volta.

L'adeguato compenso

II Consiglio nazionale dei commercialisti considera particolarmente importante che il legislatore abbia specificato che venga fissato un compenso adeguato alla dimensione e alla natura dell'impresa. “La circostanza che si sia ritenuto di stabilire criteri e modalità di remunerazione del commissario che tengano conto dell'efficienza ed efficacia dell'opera prestata e che siano commisurati, secondo fasce coerenti, con le dimensione dell'impresa” dimostra secondo Foschi- che, a seguito dell'abolizione delle tariffe professionali, esista, proprio nell'interesse pubblico, la necessità di definire un compenso adeguato, per limitare eventuali abusi, oltre che equo, considerato l'ambito della funzione svolta dal commissario”.

Federica Micardi - 03 marzo 2021 – tratto da sole24ore.com

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