Tra gli emendamenti al decreto Salva-spese alla Camera spuntano diverse ipotesi che mettono d’accordo maggioranza e opposizione su una riapertura dei termini

Spinta bipartisan per rilanciare la proroga del superbonus. La novità emerge dal fascicolo degli emendamenti al decreto Salva-spese di fine anno, attualmente in conversione presso la commissione Finanze della Camera.

Nonostante il “no” secco espresso a più riprese dal ministero dell’Economia su qualsiasi ipotesi che possa gravare ulteriormente sui conti pubblici, resta forte tra i deputati la spinta, trasversale agli schieramenti, verso una forma di riapertura dei termini.

C’è, così, una proposta che punta ad allungare di due mesi i termini del 110%, come aveva chiesto anche l’Ance nel corso delle audizioni al decreto. Sarebbe possibile beneficiare a due condizioni. La prima è quella di essere rientrati nella deroga che, a fine 2022, ha consentito a molti soggetti di dribblare il 90%, mantenendo il 110 per cento. La seconda è legata al 31 dicembre 2023: entro quella data bisogna avere effettuato lavori per almeno il 70 per cento. Sotto questo emendamento c’è la firma di tre gruppi parlamentari: Fratelli d’Italia, Partito democratico e Gruppo misto.

Non è, però, l’unico punto di convergenza tra maggioranza e opposizione. Un’altra proposta, firmata da Erica Mazzetti e Vito De Palma di Forza Italia, dal Partito democratico e dal Gruppo misto, ipotizza una proroga di due mesi del superbonus (quindi, fino al 29 febbraio) per coloro che alla fine del 2023 abbiano effettuato lavori per almeno il 6o per cento.

G.Latour/G.Parente - 19 gennaio 2024 – tratto da sole24ore.com

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