Le lauree abilitanti sono già una realtà per i professionisti tecnici. Lo scorso 10 ottobre, infatti, è stato siglato l'ultimo accordo quadro tra una delle quattro professioni interessate (gli agrotecnici) e il Mur, in cui vengono definiti i dettagli del tirocinio pratico valutativo. Gli altri accordi sono arrivati tra agosto e settembre. A queste intese si aggiungono, poi, le varie convenzioni con le università siglate dai consigli nazionali di categoria, elementi necessari per rendere definitivamente operativa la cosiddetta legge Manfredi, la legge 163/2021. Già da quest'anno accademico, quindi, sono presenti in Italia giovani studenti iscritti a un corso di laurea professionalizzante che li abiliterà direttamente alla professione collegata.
La riforma. La legge 163, all'articolo 2, rende direttamente abilitanti alla professione i seguenti percorsi professionalizzanti: classe LP-01 in professioni tecniche per l'edilizia e il territorio; LP-02 in professioni tecniche, agrarie, alimentari e forestali e LP-03 in professioni tecniche industriali e dell'informazione. La legge richiedeva la pubblicazione di una serie di decreti attuativi, che sono arrivati il 24 maggio di quest'anno (sei decreti, tre per ogni corso di laurea e altrettanti per le norme transitorie). I decreti di maggio, a loro volta, richiedevano la stipula di apposite convenzioni tra ordini e università, nonché di accordi quadro con ministero e Crui. In questi mesi, quindi, le quattro professioni interessate (geometri, periti industriali, periti agrari e agrotecnici) hanno lavorato per la stipula degli accordi quadro e per quella delle convenzioni. In modo da partire in via ufficiale già da quest'anno.
Geometri. «Abbiamo sottoscritto l'accordo quadro all'inizio di settembre e messo in piedi una rete di oltre 20 università, dove sono stati avviati già da quest'anno i corsi sulla base delle convenzioni da noi sottoscritte». Sono le parole del presidente del Consiglio nazionale dei geometri e geometri laureati Maurizio Savoncelli. Durante l'assemblea dei presidenti del 3 e 4 ottobre sono stati illustrati alcuni dati, tra cui la presenza di 22 corsi sul territorio attivi per l'anno accademico in corso (in tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia). «Vogliamo definire un modello unico di convenzione in tutta Italia. Inoltre, dobbiamo ragionare ora per la ridefinizione del profilo del geometra, che con queste novità non può essere più inquadrato con logiche di cento anni fa», conclude Savoncelli.
Periti industriali. Anche il Consiglio nazionale dei periti industriali è stato impegnato in questi mesi nell'accordo quadro (siglato il 4 agosto) e nella definizione delle convenzioni (ne sono state sottoscritte 25, di cui almeno un paio proprio in questi giorni, come quella con l'università di Chieti o della Tuscia). «Abbiamo ancora delle convenzioni da chiudere. A gennaio ci sarà un ulteriore spazio per poter pubblicare quelle sottoscritte in questi mesi», le parole del presidente del Cnpi Giovanni Esposito. «Comunque, vari corsi abilitanti sono partiti e già dall'anno prossimo, grazie al regime transitorio, potremmo avere i primi periti industriali abilitati direttamente dopo la laurea. Per cercare di ovviare ad alcune problematiche, stiamo anche mettendo a punto il registro nazionale dei tirocinanti, in modo da facilitare l'incrocio tra i praticanti e chi li dovrà ospitare».
Periti agrari. Sono nove, invece, le convenzioni siglate dal Consiglio nazionale dei periti agrari, a seguito dell'accordo quadro siglato il 4 agosto (come gli industriali). Ed è possibile immaginare che ne arriveranno altre nel prossimo futuro. «Stiamo al lavoro per quella che riteniamo una grandissima innovazione», le parole del presidente del Consiglio nazionale Mario Braga. «Credo che, tuttavia, sia in corso un dibattito tra le università, con alcuni istituti che hanno accolto con entusiasmo la proposta e altri che, invece, sono un po' più cauti. Ci sono due elementi centrali: il primo è il calo demografico, che porta sempre meno giovani a presentarsi ai corsi. Il secondo è la grande concorrenza sul territorio; un tempo c'erano solo le università, ora non è più così».
Agrotecnici. Lo scorso 10 ottobre, come detto, è stato infine siglato l'ultimo accordo quadro, quello tra Mur e agrotecnici. «Abbiamo firmato per ultimi perché il ministero ci aveva fatto una proposta di profilo in uscita che era inadeguata», spiega il presidente di categoria Roberto Orlandi. «Abbiamo quindi impostato una trattativa serrata con il ministero, che alla fine ha accolto le nostre posizioni. Non ci ha soddisfatto al 100%, ma è un deciso passo avanti». Nonostante la mancanza dell'accordo quadro, già sono state siglate una serie di convenzioni: «ne abbiamo almeno quattro-cinque, di cui l'ultima con l'università di Bari. Avremo poi a gennaio un nuovo spazio per pubblicare le nuove intese».
Michele Damiani - 13 ottobre 2023 – tratto da Italia Oggi