Unico titolo legittimo per disporre i dipendenti in lavoro agile è la sottoscrizione dell'accordo individuale, che, oltre a fissare le modalità operative, dovrà soprattutto garantire il diritto alla disconnessione. Durante i periodi di lavoro agile al lavoratore si potranno concedere i permessi previsti dai contratti collettivi o dalle norme di legge quali, a titolo esemplificativo, i permessi per particolari motivi personali o familiari o i permessi sindacali o i permessi di cui all'articolo 33 della legge 104/1992. Non saranno, invece, consentiti lavoro straordinario, trasferte, lavoro disagiato, lavoro svolto in condizioni di rischio. Il lavoro agile nella pubblica amministrazione trova le sue linee guida. Si è concluso ieri il confronto tra il ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta e le organizzazioni sindacali, finalizzato alla redazione del documento che regolamenterà sul piano operativo il lavoro agile, in attesa della sottoscrizione definitiva dei contratti collettivi nazionali di lavoro, che resteranno la fonte primaria della regolazione della materia. Il testo delle linee guida passa in Conferenza unificata, chiamata ad esprimere il parere che darà l'avvio alla loro applicazione in tutte le 32 mila p.a. interessate. Le linee guida non si occupano, in effetti, solo del lavoro agile propriamente detto: introducono, infatti, una disciplina nuova del telelavoro, ridenominato lavoro da remoto.

Lavoro agile. Non è più una forma ordinaria di esecuzione della prestazione lavorativa, perché in via normale essa deve essere svolta presso le sedi degli uffici. Il lavoro agile, tuttavia, resta possibile ed organizzabile, nel rispetto di una serie di condizioni.

Tecnologie e sicurezza. Le amministrazioni dovranno fornire al lavoratore la dotazione tecnologica necessaria al lavoro non in sede. Le linee guida, tuttavia, precisano che ciò avverrà “di norma”, evidenziando la possibilità di derogare al precetto: insomma, gli strumenti saranno forniti se disponibili, altrimenti i lavoratori continueranno ad utilizzare i propri. Inderogabili, invece, le regole sulla sicurezza: le amministrazioni dovranno assicurare connessioni sicure mediante sistemi di gestione dell'identità digitale, oppure reti private virtuali o, ancora, desktop remoti giacenti sui server.

Attività “smartabili”. Lo smart working deve favorire la produttività, sia pure conciliando le esigenze personali dei lavoratori: non si tratta, comunque, di una misura di solo welfare. Spetta alle amministrazioni individuare le attività compatibili col lavoro agile, che si prestano, quindi, alla diversa organizzazione senza comportare inefficienze e ritardi. Le linee guida affermano che tale individuazione avvenga previo confronto con le organizzazioni sindacali, sebbene attualmente la contrattazione collettiva, competente a regolare le relazioni sindacali, non preveda nulla in merito.

Formazione. Per tracciare maggiormente il solco tra il lavoro agile emergenziale e quello “a regime”, le Linee guida invitano allo svolgimento di specifiche iniziative formative, per altro opportune per orientare l'attività in modalità agile all'utilizzo dei sistemi remotizzati, alla sicurezza e alla gestione per obiettivi e risultati.

Lavoro da remoto. E' la novità. Esso è, nella sostanza, la nuova versione del telelavoro, realizzabile, anche in questo caso “di norma,” con l'ausilio di dispositivi tecnologici, messi a disposizione dall'amministrazione e avrà due modalità. La prima è il telelavoro domiciliare: il dipendente svolge l'attività lavorativa nel proprio domicilio; la seconda è composta da “altre forme di lavoro a distanza”: ad esempio, il coworking o il lavoro decentrato da centri satellite. Il lavoro da remoto, a differenza di quello agile, ha vincolo di tempo ed è soggetto ai medesimi obblighi derivanti dallo svolgimento della prestazione lavorativa presso la sede dell'ufficio, come il rispetto dell'orario di lavoro. E spettano, conseguentemente, tutti i diritti giuridici ed economici previsti dalle vigenti disposizioni legali e contrattuali, come riposi, pause e permessi orari. Le Linee guida non si pronunciano suo buoni pasto. Anche per il lavoro da remoto occorre il consenso del lavoratore e in via normale il lavoratore alternerà il lavoro da remoto con la presenza in ufficioe trattamento economico accessorio.

Luigi Oliveri - 01 dicembre 2021 – tratto da Italia Oggi

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