Scattano le pene più severe per il furto nella cabina al mare. Il casotto va, infatti, considerato una privata dimora se l’accesso è precluso al pubblico e ci sono degli arredi.

La Cassazione respinge così il ricorso del mariuolo che contestava la condanna per il più grave reato di furto in abitazione, previsto dall’articolo 624-bis del codice penale che lo punisce con la reclusione da quattro a sette anni, a fronte della pena da sei mesi a tre anni per il furto semplice.

Naturalmente l’ipotesi più grave non scatta se la cabina è aperta a tutti i clienti dello stabilimento, come nel caso di uno spogliatoio o del locale per la doccia, ma solo se il capanno può considerarsi “privato” perché chi lo detiene può esercitare il diritto di renderlo off limit a terzi.

Nello specifico la condanna c’è anche se la cabina era utilizzata come ufficio dal titolare dello stabilimento che, al pari di quanto avviene nel caso di casotti presi in affitto dai villeggianti, era dotata di un arredo, benché minimal: tavolino, sedie, una brandina per un’eventuale pennichella.

Era dunque un luogo nel quale si potevano svolgere, come dettato dalla giurisprudenza, manifestazioni della vita privata in modo riservato e al riparo da intrusioni esterne, compresa come nel caso esaminato un’attività lavorativa in genere.

Patrizia Maciocchi - 27 luglio 2023 – tratto da sole24ore.com

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