Arriva la sanatoria per risuscitare i debiti contributivi cancellati dalla rottamazione cartelle (e salvare la pensione). Commercianti, artigiani, lavoratori autonomi agricoli e lavoratori iscritti alla gestione separata Inps, infatti, possono chiedere il riconteggio dei debiti cancellati con le rottamazioni 2018 e 2023, al fine di riattivarli e versarli entro fine anno, in unica soluzione o a rate. A prevederlo, tra l'altro, è il dl Lavoro in versione definitiva, approvato ieri alla camera.

I rischi della rottamazione. La novità mira a porre rimedio all'effetto perverso della rottamazione cartelle: l'annullamento automatico dei debiti d'importo fino a 1.000 euro, nel caso specifico dei contributi. In tal caso, infatti, mentre per i datori di lavoro (che versano contributi per i dipendenti) la rottamazione dà risultati certamente ottimi, nel caso dei lavoratori autonomi può essere molto rischiosa. Nel primo caso, i datori di lavoro risparmiano i contributi cancellati, senza che ciò comporti alcuna conseguenza per i diretti beneficiari dei contributi, cioè i lavoratori dipendenti (a loro favore opera il «principio di automaticità delle prestazioni», per cui prestazioni e pensioni spettano anche se i relativi contributi non sono stati versati dal datore di lavoro); nel caso dei lavoratori autonomi e per quelli iscritti alla gestione separata, non operando lo stesso principio, succede che con lo stralcio delle cartelle i contributi vengono cancellati non solo dal carico dell'agente di riscossione, ma anche dall'estratto conto Inps compromettendo la carriera previdenziale. Il rischio assume maggiore rilievo per i lavoratori autonomi agricoli: il mancato pagamento di una sola rata per un'annualità comporta il mancato accredito dell'intero anno.

La sanatoria. Riguarda non solo la rottamazione 2023 (legge 197/2022, debiti dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015), ma anche 2018 (dl 198/2018, debiti dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010). I lavoratori, quindi, possono chiedere all'Inps il riconteggio dei debiti cancellati, che poi verseranno in soluzione unica o a rate entro il 31 dicembre 2023. La sanatoria è consentita solo per i contributi per i quali non sia scaduto il termine quinquennale di prescrizione.

Daniele Cirioli - 30 giugno 2023 – tratto da Italia Oggi

Altre notizie