Cambio di passo sul sostegno ai lavoratori autonomi. Rispetto all'anno scorso, quando gli aiuti ai professionisti furono limitati alle indennità dai 600 e 1.000 euro per i mesi di marzo aprile e maggio, il 2021 ha portato in dote al mondo delle partite Iva una serie di misure di supporto. A partire dagli ultimi interventi, ovvero i due decreti sostegni, che hanno aperto anche ai professionisti la strada dei contributi a fondo perduto (gli ex ristori); l'esclusione degli stessi dalla platea dei beneficiari era stato uno degli argomenti cardine delle protese di consigli e associazioni professionali lungo tutto il 2020. Ma già la legge di bilancio aveva segnato un cambio di passo, con la definizione dell'esonero contributivo per gli autonomi (il cosiddetto anno bianco), nonché l'istituzione di una nuova indennità di disoccupazione dedicata alle partite Iva, denominata Iscro (indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa).

I primi interventi per contrastare gli effetti della pandemia a favore dei professionisti furono definiti già con il decreto Cura Italia (dl 18/2020), che aveva istituito le indennità di 600 euro (poi prolungate dal successivo decreto Rilancio per due tranche una di 600 e una di 1.000 euro, quest'ultima solo però per chi avesse dimostrato cali di fatturato). Oltre alle nuove indennità, con il decreto Rilancio furono approvati anche gli aiuti a fondo perduto per le imprese, dai quali furono esclusi i professionisti. L'estensione è arrivata solo a marzo di quest'anno con il governo Draghi e i due decreti sostegni. Il primo dei due dl, inoltre, ha anche accolto un'altra delle richieste avanzate più volte dalle categorie, ovvero la proroga degli adempimenti fiscali e tributari a carico del professionista in malattia; sul tema è anche in discussione un disegno di legge al Senato (ddl n. 1474).

Il governo Conte 2, comunque, è l'artefice di due interventi a favore delle partite Iva, entrambi definiti con la legge di bilancio (legge 178/2020). Il primo è l'istituzione di una nuova indennità, chiamata Iscro. La misura è rivolta a tutti gli iscritti alla gestione separata con un reddito inferiore a 8.145 euro e con un calo dello stesso di almeno il 50% rispetto all'anno in cui viene richiesta l'agevolazione. Chi sarà in possesso di questi requisiti riceverà per sei mesi un importo variabile, da un minimo di 250 euro a un massimo di 800 euro. Il Consiglio nazionale dei commercialisti, con una nota diffusa ieri dedicata alle nuove tutele per il lavoro autonomo, ha richiesto che l'Iscro sia estesa anche ai professionisti ordinistici. L'altra misura introdotta dal governo Conte 2 è il cosiddetto anno bianco per le partite Iva, ovvero l'esonero dai contributi previdenziali per tutti quei professionisti con un reddito inferiore a 50 mila euro nel 2019 e un calo del fatturato di almeno il 33% nel 2020 rispetto all'anno prima. A questi sarà garantito un esonero per un massimo di 3 mila euro a persona nel 2021. Il decreto attuativo che renderà effettivo l'esonero è già stato firmato, ma ad oggi non è ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Così come sono ancora attesi i decreti attuativi del nuovo assegno unico familiare, la cui legge delega dedicata (ddl n. 1892) è stata approvata in via definitiva dal Senato lo scorso 30 maggio, che vedrà tra i beneficiari anche i lavoratori autonomi.

Michele Damiani - 02 giugno 2021 – tratto da Italia Oggi

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