Barriere architettoniche: per la Cassazione il regolamento condominiale non può limitare l'installazione. E non possono farlo il no di singoli condòmini, o delle delibere assembleari

Domanda. Sono invalido al 100% e titolare dei benefici previsti dalla legge 104/1992. Vorrei sapere se ho bisogno del consenso della maggioranza dei condòmini per l'installazione di un ascensore. Qualora ci fossero condòmini contrari a tale opera, questi sono comunque obbligati a partecipare alla spesa? Per l'installazione dell'ascensore, a mie spese, sul lato esterno del palazzo, ho comunque bisogno dell'approvazione della maggioranza dei condòmini?

Risposta. L'installazione di un ascensore su un'area condominiale, allo scopo di eliminare le barriere architettoniche, costituisce un'innovazione che, secondo l'articolo2, comma 1, della legge 13/1989, può essere approvata dall'assemblea con la maggioranza prescritta dall'articolo 1120, secondo comma, del Codice civile (in riferimento all'articolo 1136, secondo comma, del Codice stesso, vale a dire con la maggioranza degli intervenuti che rappresenti metà del valore dei millesimi). Se l'adunanza condominiale esprime delibera contraria oppure omette di pronunciarsi, il portatore di handicap può chiedere per iscritto che si esegua l'opera, la quale, trascorsi inutilmente tre mesi, può essere installata, a proprie spese, dal richiedente (articolo 2, comma 2, della legge 13/1989).

A parte qualche voce in contrasto (si veda, per esempio, la sentenza della Cassazione civile, sezione VI, del 14 settembre 2017, n. 21339), l'orientamento prevalente della Suprema corte appare quello espresso dalla sentenza della seconda sezione civile 28 marzo 2017, n. 7938, per cui «la legge 13 del 1989, in materia di eliminazione di barriere architettoniche, costituisce espressione di un principio di solidarietà sociale e persegue finalità di carattere pubblicistico volte a favorire, nell'interesse generale, l'accessibilità agli edifici». Posto ciò, sempre secondo la medesima sentenza, neppure il regolamento condominiale che disponga regole per il rispetto del decoro architettonico può limitare l'installazione dell'ascensore.

A maggior ragione non possono farlo i singoli condòmini, o le delibere assembleari, contrari. In particolare, sempre la giurisprudenza di legittimità ha stabilito che «nel verificare se una nuova opera costituisce una turbativa al godimento di un condomino occorre verificare se questa è stata realizzata per eliminare barriere architettoniche ad un disabile residente nello stabile (fattispecie relativa all'abbattimento di un muro perimetrale per l'apertura di una porta d'ingresso di un ascensore)» (Cassazione civile, sezione II, sentenza12 aprile 2018, n. 9101). I condòmini dissenzienti sono esonerati dalla spesa, in applicazione dell'articolo 1121 del Codice civile, perché l'ascensore è opera suscettibile di utilizzazione separata; tuttavia, possono successivamente farne uso partecipando ai costi. Nel caso prospettato, si deve pertanto rispondere che l'installazione ex novo dell'ascensore non richiedela maggioranza dell'assemblea dei condòmini, neppure per un apparecchio esterno all'edificio, e che i condòmini dissenzienti non sono obbligati a partecipare alla spesa.

Cesarina Vittoria Vegni - 15 maggio 2023 – tratto da sole24ore.com

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