Più tutele per gli anziani, soprattutto i più fragili e soli, attraverso la riqualificazione dei servizi a loro dedicati e l'introduzione di una nuova prestazione universale sperimentale per le persone non autosufficienti che potrà valere anche il 200% in più dell'attuale indennità di accompagnamento, arrivando a 1.530 euro circa. Con una dote di oltre 1 miliardo di euro in due anni, arriva oggi sul tavolo del consiglio dei ministri lo schema di decreto legislativo che dà attuazione alla legge 23 marzo 2023, n. 33 recante «Deleghe al governo in materia di politiche in favore delle persone anziane». Il via al testo arriva a pochi giorni dalla scadenza del 31 gennaio 2024 fissata dalla legge delega, con l'obiettivo di giungere all'approvazione definitiva nel primo trimestre dell'anno, così come richiesto dal Pnrr.
Con la prima parte viene definita una specifica governance nazionale delle politiche in favore della popolazione anziana, con il compito di coordinare gli interventi a favore dell'invecchiamento attivo e dell'inclusione sociale. Tra le misure, è prevista la promozione di nuove forme di coabitazione solidale per le persone anziane (senior cohousing) e di coabitazione intergenerazionale, in particolare con i giovani in condizioni svantaggiate (cohousing intergenerazionale), da realizzare nell'ambito di case, case-famiglia, gruppi famiglia, gruppi appartamento e condomini solidali, aperti a familiari, volontari e prestatori di servizi sanitari, sociali e sociosanitari integrativi.
La seconda parte del provvedimento invece si occupa della presa in carico delle persone anziane, attraverso la semplificazione e l'aggiornamento delle procedure di valutazione. In particolare, sarà effettuata in una sede unica, mediante i «punti unici di accesso» (Pua), la valutazione multidimensionale finalizzata a definire un Progetto assistenziale individualizzato (Pai), che indicherà tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali necessarie per la persona anziana. Lo schema di dlgs rafforza poi il ruolo degli Ambiti territoriali sociali e prevede l'integrazione degli istituti dell'assistenza domiciliare integrata (Adi) e del servizio di assistenza domiciliare (Sad), così da favorire la domiciliarità delle cure ed evitare inutili ospedalizzazioni o ricoveri in Rsa. Inoltre, sono individuati i principi di riferimento per la riqualificazione dei servizi dedicati agli anziani non autosufficienti: domiciliari, residenziali e semiresidenziali.
La terza sezione del decreto legislativo dà attuazione all'articolo 5 della legge delega, varando in via sperimentale una «prestazione universale» che, a scelta del beneficiario, consentirà alle persone non autosufficienti più deboli economicamente di fruire sia di un'indennità economica, sia di un contributo per sostenere il costo dei servizi di assistenza domiciliare. La nuova prestazione, graduata secondo lo specifico bisogno assistenziale, assorbirà l'attuale indennità di accompagnamento e le altre misure per il sostegno della domiciliarità, arrivando a valere fino al 200% in più dell'accompagnamento. In particolare la prestazione universale per il 2025 e il 2026 sarà composta da una quota fissa monetaria (531,76) e da una quota integrativa definita «assegno di assistenza» per l'acquisto di servizi (pari a 1.000). I primi destinatari saranno anziani con almeno 80 anni di età in condizioni molto gravi e con un Isee non superiore a Isee 6mila euro.
Franca Floris - 25 gennaio 2024 – tratto da Italia Oggi